Inceneritore in Abruzzo: dubbi sul decreto, la questione alla Corte di Giustizia Europea

La questione inceneritore in Abruzzo passerà alla Corte di Giustizia Europea dove il Tar del Lazio ha rimandato il decreto attuativo del governo del 2017 che impone, appunto, un inceneritore proprio in Abruzzo con il rischio di violare “le normative comunitarie sulla gerarchia nella gestione dei rifiuti e sulla Valutazione Ambientale Strategica” fanno sapere le associazioni H2o e Nuovo Senso Civico. Entrambe avevano segnalato le anomalie al ministero dell’Ambiente già nel 2016: “Oggi ancora più spudorata appare l’impugnativa del Governo Gentiloni contro il Piano rifiuti regionale abruzzese”. Ora i dubbi sono del Tar, a seguito del ricorso depositato dall’Associazione Verdi Ambiente e Società e dall’Associazione “Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare” che ne chiedevano l’annullamento.

Nella dettagliata ordinanza i giudici romani hanno ritenuto fondati due aspetti che farebbero venir meno la coerenza del decreto rispetto alla normativa europea e si tratta della “difformità sul rispetto della gerarchia di gestione dei rifiuti tra la Direttiva europea 98/2008 e lo Sblocca Italia” e la “mancanza della procedura di Valutazione Ambientale Strategica”. Nello specifico “la direttiva comunitaria mette al primo posto la riduzione, al secondo il riuso, al terzo il riciclo e solo al quarto l’incenerimento- sottolineano le due associazioni-; perché il governo fa diventare strategici solo gli inceneritori e non gli altri impianti utili per riuso e riciclo?”. Sul secondo punto, invece, si puntualizza l’assenza della Vas a livello nazionale che imporrebbe alle regioni di “accettare l’inceneritore e basta. Pertanto fare la V.A.S. solo a livello regionale, come vorrebbe il Governo, non consentirebbe di discutere sull’inceneritore, sottraendo questa scelta ad una discussione pubblica e ad una valutazione ambientale”.

Questione, quella della Valutazione Ambientale Strategica sollevata da diverse regioni: “Alcuni dati che avevamo elaborato, come il surplus di emissioni derivanti dall’incremento dell’incenerimento, oltre 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno, sono entrati nell’ordinanza del Tar. Ora è necessario che la Regione Abruzzo faccia presente alla Corte Costituzionale dell’esistenza della vertenza presso la Corte Europea di Giustizia sulla legittimità del Decreto sulla base del quale ha impugnato il Piano regionale” fermo restando che per H2o e Nsc la vicenda ha dell’incredibile perché “a 10 anni dal varo della Direttiva comunitaria che metteva l’incenerimento al penultimo posto tra le opzioni di gestione dei rifiuti (ultimo le discariche) e con moltissimi comuni oltre l’80% di differenziata in Italia ci sia ancora qualcuno – addirittura il Ministro dell’Ambiente – che punti a nuovi inceneritori. Dobbiamo assolutamente allontanare le lobby dalle stanze del Ministero dell’Ambiente!”.

2 Commenti su "Inceneritore in Abruzzo: dubbi sul decreto, la questione alla Corte di Giustizia Europea"

  1. Aldo Tassinari | 30 Aprile 2018 at 08:55 | Rispondi

    ma lo volete capire che le “lobby” sono contrarie agli inceneritori? rendetevi conto che la gestione e stoccaggio di rifiuti frutta molto di più che l’incenerimento, se poi commisurate i valori di emissione relativi alle manovre di stoccaggio ed inertizzazione (con compromissione irreversibile dei siti dove vengono lavorati i rifiuti) capite che fate un danno all’ambiente opponendovi a spada tratta!! l’inceneritore è un valorizzatore energetico, lo stoccaggio ed inertizzazione è la discarica!! continuiamo con queste municipalizzate che regalano poltrone ed assunzioni sotto elezioni e non usciremo mai dalla logica “sud-assistenzialista” che si è radicata bene da noi.

  2. no purtroppo non comprendono,meglio volutamente con comprendono…le attuali tecnologie ci permettono di valorizzare economicamante anche la monnezza,addirittura in Germania,quella che importa i rifiuti a pagamento… sul territorio dell’ubicazione degli impianti,e nelle abitazioni energia gratuita…naturalmente ci vogliono manager capaci,preparati,competenti..
    Nelle nostre municipalizzate,ma anche false private,gli amministratori vengono indicati dai politicialtroni,quindi alla guida incapaci,includenti,impreparati dunque tutto in discarica,amministratori inclusi.

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