Sulmona No Hub del Gas, in migliaia al corteo

Una manifestazione così a Sulmona era tanto che non si vedeva. Parla di dodicimila persone il Coordinamento No Hub del Gas Abruzzo, sicuramente non erano meno di 7mila i partecipanti, a partire da via Togliatti passando per Corso Ovidio pieno, durante il passaggio, dall’inizio alla fine e poi verso piazza Garibaldi. In testa il verde del “no tubo”, il simbolo della manifestazione che è diventato l’emblema di tutta la protesta sposata da diverse lotte abruzzesi, ma anche marchigiane, molisane e pugliesi. Tutti presenti, in primis la popolazione, gli studenti, i sindaci, rappresentanze della Regione ed il vescovo Fusco a capo dei parroci della sua Diocesi. Chiede alla Snam un tavolo di confronto il vescovo: “C’è un’insofferenza in questo popolo- ha dichiarato Monsignor Fusco prima della manifestazione-, chiediamo alla Snam un confronto e, seppure hanno tutte le autorizzazioni, di farsi presenti sul territorio per comprendere meglio quanto si sta operando e chiediamo come mai di fronte ad una Italia che va verso le fonti rinnovabili si spendono dei soldi quando domani potrebbe essere superato tutto questo”.

Suoni, colori, fermento, l’entusiasmo e l’impegno di lottare per la propria terra era lì palpabile nelle oltre 400 adesioni alla mobilitazione, di chi ha incoraggiato la lotta fin dall’inizio e di quelli che vi ci sono avvicinati ora che il pericolo si è fatto più concreto.

Punta ad interloquire con il prossimo governo il sindaco di Sulmona Annamaria Casini nella speranza che possa distinguersi rispetto agli altri. “Una giornata storica” per Giovanna Margadonna del Comitato Cittadini per l’Ambiente che contro i “potentati economici” ha chiesto al governo di investire su patrimonio ambientale, naturalistico, storico ed architettonico, mentre “All’Europa chiediamo coerenza- ha dichiarato dal palco di piazza Garibaldi- perchè vive una contraddizione passando dall’accordo di Parigi all’investimento su opere di questo di genere”. E c’erano i No tap per ricordare la loro lotta e tutti quelli che sono rimasti vittime della repressione, dai giornalisti agli attivisti: “Padri e madri di una terra martoriata” che si ritrova ora in un popolo unito; a Saverio, attivista No Tap, che ha perso la sua libertà individuale, uno di quelli che nelle campagne di Melendugno passeggiava un tempo sotto le stelle. Il Coordinamento aquilano ha chiesto, dalla sua, di utilizzare i soldi di tutta l’opera (e sono milioni) per la messa in sicurezza delle strutture e per tutte le altre vocazioni dei territori attraversati dal gasdotto, pronto all’occupazione, nel caso fosse necessario, sul campo. Il caso di San Benedetto del Tronto dove un’assurda idea vorrebbe un sito di stoccaggio sotto la città “densamente popolata e attraversata da tre faglie”.

Ed ora si pensa al futuro con le prossime lotte per “l’abbandono delle fossili” dai singoli gesti, ma soprattutto “è la politica che deve risolvere i problemi strutturali abbandonando progetti errati contrari all’accordo di Parigi”. Si pensa al futuro con uno sguardo al passato, con un corale “Grazie Mario”, Mario Pizzola, grazie al quale tutto è inziato.

Simona Pace

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