D’Alfonso, quella lettera in violazione del Codice sui dati personali

Il Pd violò il Codice in materia di trattamento dei dati personali. A dirlo è il Garante per la Protezione dei Dati Personali che ha rilevato che l’invio della Lettera di propaganda per il Referendum Costituzionale del 2016 inviata a firma del Presidente della Regione D’Alfonso è stato operato in violazione del Codice in materia di trattamento dei dati personali

Lo fa sapere Augusto De Santis che spiega “Pertanto il Garante, a cui mi ero rivolto il 2 dicembre 2016, mi ha dato oggi pienamente ragione. La violazione relativa al trattamento dei dati personali è stata addebitata al Partito Democratico per l’Abruzzo, si ritiene dunque “che il Partito Democratico per l’Abruzzo abbia, pertanto, trattato i dati personali utilizzati per l’invio dell’opuscolo oggetto della segnalazione, in violazione dell’Articolo 13 commi 1 e 4, del Codice, non essendo state rispettate le condizioni previste dal provvedimento del 6 marzo 2014, ai fini dell’esonero dell’informativa agli interessati…”. De Sanctis prosegue Interessanti, a mio giudizio, i contenuti dell’istruttoria, alla base della decisione, avviata dopo il mio esposto che ha portato anche all’apertura di un fascicolo da parte della Magistratura per il quale il GIP ha ordinato lo svolgimento di ulteriori indagini dopo una prima richiesta di archiviazione chiesta dal PM, a cui mi ero opposto”

D’Alfonso, tra l’altro come riferisce il noto ambientalista, ha provato a sostenere davanti al Garante che vi fosse un coinvolgimento del Comitato per il Sì, cosa poi decisamente smentita dal Comitato referendario “Bastaunsì” che ha tenuto a precisare al Garante che non vi era stato alcun coinvolgimento del loro comitato nell’iniziativa oggetto della segnalazione. Avrebbe inoltre affermato che il sito  www.laregionedicelaregionefa.it non è un sito istituzionale ritenuto invece dal Garante e come già sostenuto dall’Agcom che il sito www.laregionedicelaregionefa.it sia invece riconducibile effettivamente alla Regione Abruzzo e non, quindi, al responsabile del trattamento dei dati personali, il PD, che nell’istruttoria si è assunto la paternità dell’invio materiale della lettera. De Sanctis ha la possibilità di ricorrere davanti al Giudice e tiene a precisare che se dovesse vincere una somma la devolverebbe alle associazioni che si occupano di corretto funzionamento della democrazia, si dice soddisfatto dell’esito della mia segnalazione, anche se arriva quando il gioco democratico è terminato da tempo con il successo, fortunatamente, del No al Referendum costituzionale. Credo che nell’era del Web e dei messaggi che si cancellano in maniera temporizzata il sistema debba prevedere meccanismi decisionali più celeri affinché provvedimenti come questi e come quelli dell’Agcom arrivino in tempo utile per fermare chi si ritiene stia violando le regole del dibattito pubblico”. Insomma conclude “anche il singolo cittadino può affermare i propri diritti, soprattutto se riguardano questioni fondamentali come la formazione delle scelte nelle campagne elettorali o referendarie”

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