“E Bruno che fa?”

 

La sottoscrizione del divorzio dovrebbe esserci la prossima settimana, un pezzo di maggioranza che se ne va ufficialmente, quella più marcata politicamente di Alleanza per Sulmona. Mauro Tirabassi all’opposizione e Mariella Iommi fuori dalla giunta. Il primo passo di un disfacimento che potrebbe portare già il 2 maggio la coalizione che sostiene la sindaca di Sulmona Annamaria Casini a sciogliersi come neve al sole, perché in discussione ci sarà il bilancio e senza la sua approvazione arriverebbe il commissario. L’ennesimo. A dire il vero il coraggio politico di Alleanza per Sulmona non sembrano avercelo anche gli altri consiglieri dissidenti che lunedì scorso hanno lanciato comunque il loro messaggio al sindaco, astenendosi nell’approvazione del piano delle opere pubbliche. Ramunno e D’Amico si sono fatti così il loro gruppo a parte, mentre Pingue con la presidente Di Marzio aspetta solo la giusta collocazione per mollare la presa e, d’altronde, le distanze sull’andamento e l’efficienza dell’esecutivo non sono mancate. L’impressione è comunque che la Casini supererà indenne la scoglio del bilancio, nonostante le esternazioni della consigliera Roberta Salvati che, come al solito, nel tentativo di tirare le redini della maggioranza, ha finito con l’incrinare i rapporti in coalizione, generosa com’è stata di giudizi taglienti e al limite dell’offensivo nei confronti dei suoi colleghi. Il problema, ovvero la crisi, però, resta: perché il tema di fondo non è che fine farà la Casini, che a questo punto molto difficilmente supererà l’appuntamento elettorale delle regionali, ma cosa accadrà e come si affronterà il dopo-Casini. E qui gli scenari sono ancora tutti da costruire, con Gerosolimo che sta ancora alla finestra aspettando il treno più veloce (e disposto a farlo salire), il centrodestra che è in subbuglio per decidere chi terrà il timone, il centrosinistra che cerca di leccarsi le profonde ferite e i 5 Stelle che, a Sulmona, nonostante possano vantare una senatrice, non sembrano avere ancora quella struttura necessaria per candidarsi alla guida della città. “E Bruno che fa?”, la voce popolare, segno dell’imminenza di prossime elezioni, già è nell’aria: si tirerà a campare fino a quando la nebbia si diraderà. Che sia un commissario al timone o la Casini, in fondo, poco cambia. Tanto la Snam, le scuole, il tribunale e la ricostruzione, là stanno. Da sempre, insuperabili e insuperati problemi.

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