E’ il “nulla amministrativo”. Ad un mese dalla loro esasperata manifestazione i commercianti non possono fare a meno di constatare che niente è stato fatto “rispetto alle criticità del centro storico” e alle carenze del “salotto buono cittadino”. Note presentate in occasione dell’occupazione della sala consiliare a sindaco, Giunta e Consiglio tutto.
“Niente di niente- tuonano i commercianti- tranne una poco efficace ordinanza sindacale sul decoro dei locali commerciali inattivi. E tante discettazioni su questo o su quello (mai peraltro tradotto in atti amministrativi) buone solo a riempire colonne e colonne sulla stampa locale con toni fra l’altro volutamente marcati, volti ad una ‘populistica’ ricerca di facili consensi nell’opinione pubblica. Forse per far passare in sordina l’aumento della TARI a Sulmona, che già condivideva con Roseto la più forte pressione fiscale in Abruzzo”.
Il richiamo è ai paragoni con realtà più virtuose di centri che hanno prodotto “incentivi e agevolazioni alla permanenza dell’attività commerciale e dell’artigianato artistico nei Centri Storici”. Non c’è verso, bisogna “cambiare rotta” insistono i commercianti che polemizzano anche sull’impreparazione dell’amministrazione durante la Settimana Santa nel “rispondere alle esigenze dei residenti ed alle aspettative dei visitatori e degli operatori”. E qui scatta l’elenco di ciò che non è andato: i bagni pubblici chiusi, i “transennamenti trasandati nei punti più strategici”, la mobilità e viabilità allo sbando, i camper senza sosta per l’”imbarazzo della locale Associazione Camperisti che anche nel 2018 si è vista costretta ad annullare tutti gli eventi e raduni programmati”.
Ma l’elenco dello sfacelo si allunga perché i commercianti ricordano anche “gli esodi di servizi strategici quali la Tenenza della Guardia di Finanza, della Agenzia di Riscossione e della sede locale della Università di L’Aquila, che per anni ha dato un importante risalto regionale a Sulmona oltre all’ovvio risvolto positivo sul piano economico”. Ciliegine sulla torta: il liceo classico Ovidio e l’Istituto Tecnico Commerciale e Geometri senza tempistiche per la riapertura, sicuramente rimandata a lungo termine.
L’associazione commercianti torna così a chiedere il famoso tavolo di concertazione rimandato il mese scorso e non riconvocato: “la stagione estiva incombe ed i commercianti non possono più essere solo attori responsabilizzati (in quanto sollecitati a sostenerle) di scelte altrui, calate dall’alto a volte senza preavviso e senza confronto con le categorie sul loro impatto”. Il confronto è ancora possibile ma le parole d’ordine devono essere “condivisione” e “tempestività”.
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