Si scambiarono foto pornografiche di una loro amica e, una di loro, arrivò a creare un profilo Facebook falso (aperto e chiuso nel giro di poche ore nel gennaio del 2013), a nome di tal Georgina, nel quale l’immagine del profilo era l’immagine della vergogna. Nuda e con le gambe aperte a soli quattordici anni: scatti che la stessa ragazza si era fatta e si era fatta fare per poi inviarli ai suoi spasimanti.
Oggi il tribunale civile di Sulmona ha dato una lezione ai genitori di questo gruppo di adolescenti, tutti assolti e prosciolti in sede penale, ma condannati a risarcire la vittima in sede civile.
Saranno infatti i genitori, in quanto tutori dei minorenni, a dover versare alla parte offesa la somma complessiva di 84mila euro a titolo di risarcimento, 64mila alla ragazza stessa e 20mila a suo padre e sua madre. Una cifra notevolmente ridotta rispetto alla richiesta fatta di 650mila euro: uno “sconto” riconosciuto anche in virtù del fatto che fu la stessa vittima, per prima, a diffondere le sue foto dopo essersele fatte fare, tant’è che il giudice riconosce ai genitori della vittima di essere “deficitari nei propri obblighi educativi verso la figlia minorenne”.
Ma la critica più dura è nei confronti dei padri e delle madri dei dieci ragazzi che sono stati ritenuti responsabili della diffusione di quelle foto e che ora dovranno risarcire la vittima: “Quello della pubblicazione su Facebook, ma anche le singole cessioni, non autorizzate dell’immagine a nudo di una coetanea – si legge nella sentenza – esprimono, di per sé, una carenza educativa degli allora minorenni, dimostratisi in tal modo privi del necessario senso critico, di una congrua capacità di discernimento e di orientamento consapevole delle proprie scelte nel rispetto e nella tutela altrui. Capacità che, invece, avrebbero dovuto già godere in relazione all’età posseduta. Tanto è vero che alcuni coetanei ricevuta la foto non l’hanno divulgata”.
In particolare il giudice ha stabilito una sorta di “prezzario” delle foto: 2mila euro per ogni messaggio inviato con quell’immagine e mille euro per chi l’aveva inviata a persone che già la possedevano. Il prezzo più alto dovrà ovviamente pagarlo la famiglia della ragazza che dalla messaggistica privata di Whatsapp, passò a quella pubblica di Facebook inventandosi il profilo di Georgina e pubblicando quella foto osé, seppur coprendo il viso. Secondo il giudice Daniele Sodani, infatti, i genitori di questa ragazza dovranno versare 35mila euro alla vittima e 10mila euro ciascuno ai suoi due genitori.
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