Nessuna strumentalizzazione, i motivi del malcontento ci sono tutti e sono “negli gli oltre 500 progetti della ricostruzione post sisma, giacenti sulle scrivanie del Comune e che ancora non vengono istruiti e negli oltre 70 progetti sulla riduzione del rischio sismico giacenti da circa un anno all’interno di Palazzo San Francesco”. E’ il presidente provinciale dell’Ordine degli architetti, Edoardo Compagnone, a rispondere alla maggioranza di palazzo San Francesco che aveva bacchettato i professionisti all’indomani dell’annuncio della manifestazione, poi congelata, contro l’immobilismo della macchina amministrativa comunale.
“Ribadisco come l’Ordine negli incontri avuti con il Sindaco Annamaria Casini – continua Compagnone -, ha evidenziato la necessità di snellire alcune procedure che portano gli iscritti, il più delle volte, a vedere liquidate le proprie competenze persino anche dopo 12 mesi; questo “andazzo” riveste anche una problematica sociale di cui l’Ordine si deve far carico e rappresentare a tutti i livelli”.
Le polemiche, sottolineano gli architetti, non servono a niente e anzi “spostare l’attenzione su altri argomenti, non attinenti e non rispondenti alle necessità che stanno investendo tutti gli operatori del comparto dell’edilizia ed affermare che va tutto bene, non giova soprattutto alla credibilità di chi ha rassicurato l’Ordine sulla imminente risoluzione delle criticità poste”.
Dopo la brusca battuta d’arresto di sabato scorso, intanto, la Cabina di regia della protesta si sta riorganizzando: “Non abbiamo rinunciato alla manifestazione – spiegano – ma solo rinviata. Fin quando almeno non saranno date risposte concrete”.
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