Sarà che le temperature si stanno alzando e le promesse sono facili da “scongelare”. Sarà che il governo non ancora c’è e nella “terra di nessuno” dei ministeri ognuno fa quel che vuole. Sarà che quello della Snam è un progetto che preme e che muove interessi enormi, fatto è che un altro passo verso la realizzazione del metanodotto e della centrale è stato compiuto.
Ed è un passo con salto carpiato, perché questa volta la riunione rimandata “sine die” dal governatore D’Alfonso a dicembre scorso, è stata convocata senza neanche avvertire la Regione.
Fatto è che il 4 aprile prossimo la vicenda del gasdotto sarà oggetto della riunione davanti alla Presidenza del Consiglio dei ministri per “l’istanza di autorizzazione alla costruzione ed esercizio dell’opera denominata metanodotto Sulmona-Foligno”. Insomma, saltando le buone maniere istituzionali, il capo Dipartimento Annalisa Cipollone ha convocato (ore 11:30) in via Mercede a Roma, il confronto conclusivo sull’iter. In altre parole quello che a dicembre scorso è toccato alla centrale (dopo due anni di sospensione) e che c’è da giurare questa volta verrà celebrato con la massima rapidità.
La Presidenza del consiglio, insomma, dovrebbe prendere atto del diniego e della mancata intesa e decidere se autorizzare comunque (come fatto per la centrale) l’opera.
I tempi si fanno stretti, strettissimi, la Snam e il ministero vogliono evidentemente chiudere la partita il prima possibile, anche prima dell’esito dei ricorsi al Tar fatti per la centrale.
Mettere in moto la macchina e le ruspe, insomma, entro giugno, considerando che per il 2020, come promesso all’Europa, l’impianto, centrale e metanodotto, dovranno essere in esercizio.
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