Dal blocco alla paralisi. E’ la denuncia che il coordinatore di Italica, Alberto Di Giandomenico fa all’amministrazione Casini: “L’inesperienza è una cosa l’incapacità un’altra”. Si rivolge all’assessore dimissionario Andrea Gerosolimo, anche, Di Giandomenico. Una municipalità a zero, e spara su tutto il coordinatore del movimento: dai bandi europei alle iniziative economiche, passando per i commercianti che poi si collega alla valorizzazione del centro storico, alla rimodulazione della Ztl. Su tutto i “tempi sono biblici” denuncia ancora. “A stento si portano avanti i progetti nati grazie alle amministrazioni passate, fortuna che ci sono state! Guarda al passato senza la minima percezione del futuro, l’amministrazione che eredita i contratti di quartiere e tanto altro, ma non ha niente davanti a sé – e a Gerosolimo-. Dall’affabulatore all’imbonitore il passo è breve. Progetto Casa Italia, l’amministrazione locale non è stata in grado di prevederne le conseguenze- prosegue-. Nemmeno ha individuato spazi alternativi nell’eventualità di un trasferimento necessario per caserme e servizi del centro storico che passa sotto la lente d’ingrandimento degli esperti. Le verifiche hanno acclarato quando già sapevamo da studi passati. Edifici ancora più deprezzati, ma per gli uffici da trasferire l’amministrazione non ha previsto alcuna sistemazione alternativa, impreparata anche sul fatto che non ci sono fondi per rimettere a norma gli immobili esaminati”.
Ed ancora: “Con il progetto del governo Renzi si stanziano solo le verifiche sul solo patrimonio storico – continua il coordinatore di Italica – Una montagna di chiacchiere anche sul Masterplan di D’Alfonso. I fondi statali sono in forte ritardo e la Regione non trova la copertura economica nemmeno per anticipare il 5% dei progetti. Se proprio questi fondi fossero disponibili ricordiamo che per Sulmona si tratta di una decina di milioni di euro spalmati in più anni destinati solo e ancora all’Abbazia Celestina”. Briciole per Sulmona, sostiene Di Giandomenico che porta l’attenzione anche sulla sanità: “La provincia dell’Aquila è la metà del territorio abruzzese, fruisce però solo di 1/5 dei servizi sanitari regionali. Non vogliamo usare la parola declassamento per l’ospedale di Sulmona? Siamo d’accordo perché si tratta di un vero e proprio tracollo a leggere i dati drammatici di Funzione pubblica Cgil sui tagli della spesa sanitaria, ma solo per le aree interne e favorendo la costa”. E la frecciatina sull’avvio di un bando per uno specialista: “E’ la normalità” sentenzia Di Giandomenico che arriva ai trasporti e ai collegamenti ferroviari con le polemiche sulla bretella di Santa Rfuina: “Gli aquilani hanno convinto l’Europa che per raggiungere Roma da Pescara si fa prima passando per l’Aquila, in treno. Ci stanno facendo fuori da questa opportunità eppure siamo una delle tappe naturali del Corridoio 5 sul quale ci concentreranno i futuri finanziamenti dell’Unione Europea”.
Desertificazione sanitaria della provincia de L’Aquila, in particolare Sulmona. Mi chiedo chi sono responsabili. Sulmonesi fatevi sentire.