Semplificare, ma soprattutto mettere ordine in un settore negli anni saccheggiato da una produzione normativa regionale che ha generato solo confusione. E’ con questi obiettivi che la Giunta regionale ha licenziato il Testo unico sul commercio, strumento normativo che avrà il compito di mettere ordine nel settore e gettare le basi per una nuova stagione. Ad indicare le linee generale del Testo unico è stato il vicepresidente Giovanni Lolli che oggi ha illustrato “il risultato di due anni di lavoro e di confronto con tutte le associazione del settore”. Il via libera della Giunta regionale è solo il primo passo, in quanto il Testo unico dovrà passare in Consiglio regionale per l’approvazione finale. I presupposti che il disegno di legge licenziato dalla Giunta non subirà pesanti stravolgimenti ci sono tutti, e non un caso se oggi in conferenza stampa con Lolli c’erano il presidente della Commissione Sviluppo economico, competente ad esaminare il disegno di legge, Lorenzo Berardinetti e il vicepresidente del Consiglio, Lucrezio Paolini. Entrambi hanno assicurato che nel giro di 40/50 giorni il Testo unico andrà all’approvazione finale.
Molte le novità contenute nel documento normativo e illustrate da Giovanni Lolli. Per dare un’idea della portata del provvedimento, il Testo unico abroga 21 leggi regionali di settore, un Titolo e 42 articoli. Il Testo conferma la moratoria sull’apertura di nuovi centri commerciali al 31 dicembre 2021, nel frattempo verrà redato un altro documento in grado di fissare un piano definitivo sulla grande distribuzione. Sul fronte amministrativo il Testo unico recepisce, il primo in Italia, le indicazione del decreto legislativo 222/2016 sulla semplificazione, “per cui – ha detto Lolli – per l’avvio di un’attività commerciale e dei procedimenti autorizzativi il cittadino dovrà rivolgersi esclusivamente allo sportello Suap del comune”.
Su indicazione delle associazioni di categoria “per quanto riguarda i mercati pubblici è stato reintrodotto l’obbligo di presentazione del Durc (il documento di regolarità contributiva) solo in capo al cessionario. La sua abrogazione aveva scatenato le proteste di quei commercianti ambulanti in regola che erano trattati alla stregua di chi invece non lo era con lo Stato, con il rischio oggettivo di far west nei mercati rionali e cittadini”. Novità anche sul fronte delle edicole: i punti cittadini che vendono quotidiani e prodotti di stampa potranno allargare il proprio campo merceologico con la vendita di prodotti alimentati con esclusione di alcolici. Una sorta di riconversione delle edicole in un momento di fortissima crisi legata alla caduta della vendita di quotidiani. Altro elemento di novità è il riconoscimento di negozio storico. Il Testo unico fissa criteri univoci per tutti i comuni: la Regione gestirà l’albo regionale mentre il riconoscimento dovrà farlo il Comune tenendo conto dei criteri indicati nella legge.
“Non abbiamo la presunzione di rilanciare il commercio regionale – ha specificato Lolli – anche perché sappiamo che il settore è in profonda crisi. Oggi il commerciante che ogni mattina alza la serranda del proprio esercizio è un eroe ed è necessario che la politica e l’amministrazione si occupino di lui. Vogliamo però che il libero professionista abbia la possibilità di lavorare con regole certe e definite, senza distinzione di disciplina da comune a comune”. In questo senso, l’impegno della Regione non vuole rimanere limitato solo al campo della normazione e disciplina. “Il settore – ha aggiunto Lolli – ha bisogno di incentivi veri. Abbiamo alla spalle la felice esperienza del bando ‘Fare Centro’ che ha interessato i comuni del cratere sismico i cui commercianti vivono una condizione particolare ad anni dal sisma. La nostra idea è ripetere quell’esperienza anche su altre realtà cittadine regionali in modo da dare impulso ai centri storici che più di tutti vivono il dramma della desertificazione. Ci vogliono le risorse ed è nostro impegno trovarle. Ma questa ci sembra una strada da percorrere”.
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