La soluzione non convince, anche se per indorare la pillola Rfi ci ha messo dentro una pioggia di milioni e di lavori: quasi 500, per l’esattezza, che dovrebbero servire a velocizzare e migliorare il trasporto su ferro nella regione Abruzzo.
C’è l’intervento atteso del raddoppio Pescara-Chieti-Manoppello: 250 milioni di euro che è il primo dei cinque lotti di velocizzazione della Pescara-Roma. Anche se degli altri quattro non si hanno notizie di fondi.
C’è l’elettrificazione della Sulmona-L’Aquila: 200 milioni di euro per togliere entro il 2022 i treni diesel e l’inquinamento e accelerare il percorso, anche grazie alla soppressione di alcuni passaggi a livello.
E c’è la stazione smart ed easy, come l’hanno chiamata, con 8,5 milioni di euro che, come impone e prevede la normativa europea, Sulmona dovrà avere. “I lavori partiranno a giugno e si concluderanno nel 2019 – spiega Giulio Del Vasto, neo direttore di produzione di Rfi – e prevedono la realizzazione di nuove banchine, atrio e sottopassaggi, illuminazione al led e tecnologie avanzate”.
E poi c’è la bretella, il lato B della medaglia, il rovescio che nessuno vuole. Almeno a Sulmona. “A noi ce l’ha commissionata la Regione – spiegano i vertici di Rfi – e noi diamo esecuzione alle richieste del committente”.
Perché a ben vedere, neanche oggi, nonostante la disponibilità di Rfi ad incontrare e spiegare alla città il progetto come richiesto dalla sindaca Casini, si capisce bene a cosa serva questo sperpero di denaro pubblico: 11 milioni di euro che gli stessi dirigenti dell’azienda non hanno saputo dire per quanto inciderà nei tempi di percorrenza tra Pescara e L’Aquila.
Quello che si è capito, invece, è che Sulmona avrà presto una seconda “stazione”, a forzare la definizione: una pensilina, in realtà, piazzata a Santa Rufina, in mezzo al nulla e con intorno una serie di opere pubbliche (parcheggi e sottopassi) che non è chiaro come e con cosa si potranno raggiungere.
“Il collegamento che garantiamo è quello della provinciale 51 – spiega Rfi – poi sarà il Comune a dover assicurare il servizio, anche perché tecnicamente Santa Rufina farà parte della stazione centrale”. E non è difficile immaginare i costi che avrà sulla collettività questo trasporto e i disagi per un collegamento su una strada che già oggi è un’avventura percorrere, tra buche mai sistemate e allagamenti continui.
Ma tant’è: Santa Rufina, a leggere tra le righe, diventerà la vera stazione di Sulmona, con quella centrale che sarà pure smart e easy, ma vuota. Perché si è capito che dalla pensilina al confine con Pratola partiranno e arriveranno i treni per e dall’Aquila, e probabilmente anche parte di quelli da e per Pescara.
Perché saranno pure linee aggiuntive, “un ampliamento e un investimento”, ma poi bisogna fare sempre i conti con il contratto di servizio con Trenitalia (di cui Rfi non si occupa) che prevede 4 milioni di chilometri e qualcosa e non un miglio di più.
Due più due fa quattro e quattro meno due non può far tre: i chilometri percorsi sulla strada ferrata, insomma, non potranno aumentare. Ed è probabile che i treni che passeranno per Santa Rufina saranno quelli che non partiranno da Sulmona centrale.
Nulla di così grave, forse, se il progetto della Regione commissionato ad Rfi, dopo una notte dei lunghi coltelli all’Emiciclo degli aquilani contro D’Alfonso, fosse stato accompagnato da una progetto urbanistico per la città di Sulmona che, al contrario, il progetto lo ha conosciuto solo oggi.
Ci sarà la conferenza dei servizi per far valere le proprie ragioni, anche se, come ha spiegato Rfi, “il progetto è già cantierabile”.
Purtroppo queste cose accadono quando non si hanno rappresentanti locali nei posti di comando, nel caso in Regione. Giusto?!
Verissimo.
Infatti il forse “fu” assessore Gerosolimo è scomparso da tempo, non ha più peso, nemmeno può più ricattare il “senatore” con la caduta della Giunta regionale… non ricevuto su nessun fronte… Non credo avrà nuovamente successo in casa nelle prossime elezioni comunali.. anche se tutto è possibile dando uno sguardo al passato.
Ma dov’è?
Ma dove era con il cervello (e forse con il cuore se lo ha), quando hanno deciso questo scempio per la città?
Ma ce ne è anche per il sindaco Casini, sarà ora contenta e soddisfatta delle delucidazioni avute? Che poi sono le stesse già dette dall’inizio della vicenda.
Quale ora la posizione che assumerà lei è la giunta?
E l’analisi che potremmo trarne noi elettori qual’è?
Ciò che è degno di nota è la sola analisi della bretella per quanto ci riguarda, ebbene.. dove sono questi vantaggi?
Il lato b, come descritto nel servizio, che non sbaglierei a chiamare lato C, C come cetriolo;
Una bretella che per stessa ammissione dei tecnici:
– non definisce quali siano i vantaggi per i viaggiatori:
– ci fornisce una stazione (che cosa ???) squallida, da fermata dell’autobus, dove il gelo invernale la farà da padrone , ma noi furbi cococciari ci attrezzeremo con bidoni e gomme, a mo’ di…pari pari come l’intero territorio è trattato e servito;
-la direttrice principale diventerà la nuova L’Aquila-Pescara, con il nell’investimento sull’elettrificazione della tratta (ma sarà un caso? 😎 )
– e ultima, ma tenuta in questa posizione quale ciliegina sulla torta, ci regalerà la stazione centrale relegata a stazione vuota (ahhh.. certamente bei tempi passati, ma quanto mi fa male il ricordo di una stazione viva e pullulante di persone di e questo si di decenni passati), quante lagrime verseremo;
Vedremo cosa saranno in grado di dire (ma più fare di buono) nella conferenza dei servizi a venire.
Ma ora, nel breve sono veramente ansioso di ascoltare i pareri di sindaco e assessore (???) regionale… ma subito, non fra altri 3 mesi… 😎