La Asl Avezzano- Sulmona- L’Aquila perde ogni anno 100 posti di lavoro
A denunciare la drammatica situazione è la FpCgil che allerta sulla carenza di personale, con l’attuale dotazione organica, le prestazioni straordinarie ancora da saldare. Francesco Marrelli, Anthony Pasqualone,Angela Ciccone e Anna Rita Gabriele della Fp Medici, spiegano come da un lato si continui a non rispettare la vigente normativa sui riposi obbligatori, con conseguente stress lavorativo e mancato rispetto delle mansioni dei lavoratori e dall’altro non vengano rispettati i Lea i livelli essenziali di assistenza.
La spesa effettiva per il personale nella Asl1 è passata da 197,7 milioni di euro del 2016 a 196,4 milioni di euro del 2017 un ulteriore impoverimento che come spiegato dai sindacalisti non sarebbe sufficiente a garantire i servizi pubblici essenziali.“Tutto ciò nonostante ai lavoratori vengano imposti continui sforzi in termini di prestazioni di lavoro straordinario e prestazioni aggiuntive” tuonano i sindacalisti
Per redigere infatti i turni di lavoro, le prestazioni di lavoro straordinario “vengono utilizzate in difformità del Ccnl di categoria” contratto collettivo nazionale del lavoro,“facendole rientrare illegittimamente nella ordinaria programmazione dell’orario di lavoro. Risulta infatti dai tabulati dei lavoratori una eccedenza oraria pari o superiore alle 300 mai liquidate o concesse come riposo compensativo”.
Tornando alle spese dell’azienda sanitaria, tocca ricordare l’atto di programmazione regionale che prevede, per il 2018, un tetto di spesa per il costo del lavoro pari a 196 milioni di euro e che per il rispetto di tale limite di spesa la Aasl ha confermato il blocco del turnover al 50% con le evidenti ripercussioni che queste comporteranno sull’intero sistema sanitario provinciale “peggiorando ulteriormente le condizioni di lavoro dei dipendenti della ASL e di conseguenza la qualità dei servizi”.
Per capire, ad oggi la Regione Abruzzo ha confermato un blocco del turnover all’80%, che si traduce per il periodo 2017/2018 in un ulteriore taglio di personale già carente, dunque dati alla mano rilanciano dalla Cgil, tenuto conto della media delle cessazioni dal servizio registrate nell’ultimo triennio, è più che ragionevole attendersi un numero di cessazioni dal servizio pari almeno a 120/130 unità lavorative annue.
E dunque, di conseguenza l’Azienda sanitaria continua ogni anno a perdere forza lavoro nella misura pari o superiore alle 100 unità lavorative. Troppe e gravi le ricadute anche in termini di contrattazione aziendale, perché ad oggi, non è stato ancora percepito il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario ed altre indennità accessorie riferite a mesi di novembre e dicembre 2016. Per questo, il sindacato ha inviato formalmente un atto di diffida in nome e per conto dei lavoratori chiedendo la liquidazione di quanto dovuto, “non avendo a tutt’oggi ricevuto da parte della Asl concrete risposte utili alla definitiva risoluzione della vertenza”.
Pasqualone, Marelli, Ciccone e Gabriele aggiungono “una quota superiore al 12% della attuale forza lavoro è composta da lavoratori precari; e nello specifico 280 lavoratori con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato a cui si aggiungono 120 lavoratori assunti in somministrazione. In più un numero consistente di lavoratori precari risulta essere assunto dalle Cooperative”.
E mentre le altre Asl della regione attiveranno nei prossimi mesi le procedure di stabilizzazione del personale precario e le procedure concorsuali finalizzate all’assunzione a tempo indeterminato, di contro, alla Asl della provincia dell’Aquila toccherà subire ulteriori tagli, senza alcuna previsione di stabilizzazione o attivazione di procedure concorsuali, nonostante una necessità di personale per oltre 500 unità lavorative. In conclusione sempre meno personale e sempre più precariato, con gravi ricadute per tutti i lavoratori anche in termini salariali e di diritti.
Bisogna dare slancio, rendere efficace ed efficiente il Servizio sanitario nella provincia dell’Aquila, che rappresenta il 50 per cento dell’intera regione. Investimenti sul territorio e sul personale attraverso un processo di stabilizzazione dei lavoratori precari, concorsi e mediante la eliminazione del blocco del turnover, “ridando diritti e dignità al lavoro ed una giusta retribuzioni per il lavoro che quotidianamente viene svolto, con senso di responsabilità e dedizione a garanzia del mantenimento dei servizi essenziali”conludono dalla Cgil
A.S.
Commenta per primo! "La Asl1 perde ogni anno 100 posti di lavoro, la denuncia della Cgil"