L’appuntamento è in un bar del centro, poca stampa e qualche militante. Anfibi, due bandiere con la tartaruga e un banner del leader Simone Di Stefano a coprire la porta del bagno con i clienti del bar, ignari e un po’ timorosi, che tentano invano di aprirla. Quelli di CasaPound, però, non si sentono più l’ultima ruota del carro: a queste elezioni sono convinti di arrivare, anzi “di superare abbondantemente il 3% – dice il vice presidente Andrea Antonini, fresco di una condanna in primo grado a 3 anni e 7 mesi per essersi opposto all’apertura di un centro immigrati – e di avere eletti tra i 14 e i 16 parlamentari”.
Tra questi aspira ad esserci (con poche chance a dire il vero) anche Giovanni Bartolomucci, sulmonese candidato alla Camera nel proporzionale. Quello degli “antifascisti malati di mente” per intendersi.
“Siamo presenti sul territorio dal 2009, siamo stati i primi in Abruzzo ad aprire una sede – spiega Bartolomucci – sempre presenti nelle battaglie della città. Il nostro programma è semplice: fuori dall’euro, fuori dall’Europa, attivazione del mutuo sociale per cui lo Stato compra la casa e gli inquilini la riscattano e reddito di natalità, cioè 500 euro al mese fino ai 18 anni”.
Solo agli italiani, però, perché il motto di “prima gli italiani” sta davanti a tutto, visto che “nel 2080 saremo minoranza etnica – riprende Antonini – e questo non possiamo permetterlo”. E quindi gli immigrati a casa loro, i clandestini subito rimpatriati, e per bloccare l’immigrazione un bell’intervento militare in Libia a sostegno di un governo che garantisca le frontiere. C’è tutto il repertorio, insomma: il dibattito su fascismo e antifascismo “che è noioso come una partita di curling”, la nazionalizzazione delle società energetiche e l’indipendenza energetica “grazie al ricorso al nucleare”, la tutela “del glorioso popolo italiano che fino all’ingresso dell’euro era la quarta potenza mondiale”.
Per la destra che sta a destra, ma che non esclude un appoggio a chiunque garantisca i punti salienti del suo programma, questa tornata sarà la prova del nove: pronti a correre anche alle prossime regionali al grido di “l’Abruzzo agli abruzzesi”.
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