L’Abruzzo e lo stato di salute delle sue imprese, Cresa ha pubblicato oggi una indagine sulle diverse attività della regione
Bene l’industria manifatturiera (indagine su 464 aziende con almeno 10 dipendenti relativa al terzo trimestre 2016) con una produzione di +4.9% rispetto al 2015. Il motore trainante della regione è rappresentato dalle grandi aziende (+8%), ma si difendono anche le piccole (+3.3%) e quelle ancora più piccole con dati in positivo. La positività di tale settore, in particolare, è riconducibile alla metalmeccanica, alla lavorazione di minerali non metalliferi e all’intero comparto tradizionale (alimentare, tessile-abbigliamento, legno). Segno in negativo, invece, nella chimico-farmaceutica, nei mezzi di trasporto e nell’elettronica. Incoraggianti, anche se non troppo stabili, i dati dell’occupazione nel manifatturiero con +1.9% di quest’anno rispetto all’1.4% del 2015.
Non buoni i dati inerenti il settore del commercio per il quale l’indagine congiunturale si è concentrata sul primo semestre 2016 basandosi su un campione di 654 imprese commerciali con almeno 3 dipendenti. L’andamento complessivo è risultato in calo; diminuiscono, infatti, il fatturato (-0,5% e -2,6%) e i prezzi di vendita (-0,4% e -0,7%); aumentano i costi totali (+2,1% e +0,5%). Stabili i prezzi di approvvigionamento con una flessione del -1,1% rispetto al secondo semestre 2015. Fortunatamente l’occupazione conferma, con un +0,7% semestrale e un +0,8% annuo, una modesta crescita. Ad una analisi più attenta il calo del fatturato, più forte nella provincia dell’Aquila, risulta dovuto alle performance negative delle imprese di dimensioni grandi e piccole, al contrario delle medie che riportano un lieve aumento. Grande distribuzione e ristorazione registrano decrementi più intensi. Circa l’occupazione si riconferma l’andamento crescente del I semestre dell’anno in tutti i settori, lieve aumento possibile grazie alla riduzione dei ricavi unitari e contenendo i costi. Il discorso non vale per la provincia dell’Aquila che conserva la maglia nera. “Le previsioni- sottolinea il Cresa- per i prossimi sei mesi sono nel complesso fortemente pessimistiche, eccezion fatta per quelle relative ai prezzi di vendita”.
Segnali di miglioramento per l’edilizia (indagine condotta su 180 aziende grazie al sistema Demetra) con la produzione al +0,8% ed il fatturato a +0,9%; cali nelle commesse (-1,8%), di contro si registra un lieve aumento dell’occupazione totale (+5.9%), straniera (+0.9%), e dei costi. Il buon andamento è dovuto alle medie imprese che compensano il calo di quelle piccole. “Le aspettative degli operatori per i prossimi sei mesi- si legge nella nota- sono negative per produzione, commesse e occupazione mentre si prevedono aumenti del fatturato e dei costi”.
Quanto all’artigianato (informazioni raccolte su 678 imprese con almeno 3 dipendenti, relative al secondo semestre 2016): negativo il fatturato, soprattutto per le piccole imprese, in tutti i comparti specialmente nei servizi alle imprese e alle persone. Diminuiscono gli ordini totali su breve e lungo periodo, soprattutto tra le imprese di piccole dimensioni, quelle manifatturiere e quelle dei servizi alle persone. Aumenta l’occupazione legata alla sensibile crescita delle imprese edili. Negativo, invece, il comparto del manifatturiero e dell’edilizia con cali di fatturato e ordini, per il primo soprattutto nel tessile e nell’abbigliamento con conseguenze negative anche sull’occupazione, per il secondo tuttavia si registra un lieve aumento dell’occupazione. Gli artigiani che offrono servizi alle imprese hanno registrato andamenti annui differenziati: fatturato in calo, ordini stabili e occupazione in aumento. Per i servizi alle persone si registrano diminuzioni annue di fatturato e ordini peggiori della media, mentre l’occupazione aumenta.
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