REDAZIONALE/Antonella Di Nino, una maratoneta verso il traguardo

(spazio a pagamento, mandatario/committente Antonella Di Nino)
Antonella Di Nino, lei è candidata per il centrodestra nel collegio uninominale del Senato che comprende la Valle Peligna e le province di Pescara e Chieti, e al secondo posto nella lista di Forza Italia nel collegio proporzionale sempre del Senato. Come è maturata questa candidatura?
Credo che il partito abbia voluto premiare, in una competizione elettorale difficile, la coerenza e il senso di appartenenza dimostrato in questi anni, puntando nel contempo sulla novità di una candidatura e sulla esperienza amministrativa che ho maturato come Vice Presidente della Provincia e da Sindaco di Pratola Peligna in questi nove mesi di risultati importanti. In buona sostanza, penso di avere il profilo giusto per questa nuova e appassionante sfida.
Il nuovo sistema elettorale è un sistema in prevalenza proporzionale che contempla, però, la scelta di un terzo dei parlamentari in collegi uninominali. Lei correrà in uno di questi è avrà tra gli avversari il sottosegretario Federica Chiavaroli per il centrosinistra e il giornalista Primo Di Nicola per il Movimento 5 Stelle. Cosa comporta la sfida dell’uninominale?
La competizione nel collegio uninominale carica il candidato di una responsabilità molto ampia e chiama ad una presenza viva sul territorio che deve eleggerti direttamente. Se eletta, è chiaro che mi sentirò investita del ruolo di rappresentare una parte dell’Abruzzo molto vasta, con la quale instaurare un rapporto di comunicazione e partecipazione costante, perché al di là delle formule elettorali è fondamentale eliminare la distanza tra Roma e chi ti ha permesso con il proprio voto di fare il parlamentare.
Lei è da nove mesi il Sindaco di Pratola Peligna, e ha già dichiarato di mantenere questo ruolo in caso di elezione al Senato. Come concilierà questo doppio impegno?
Ho accettato la candidatura al Senato solo perché questo non mi imponeva la scelta di abbandonare il mio Comune. Così, spero di poter rappresentare per la Valle Peligna una grande opportunità: portare direttamente a Roma le necessità e le istanze del territorio e di fare con tenacia e responsabilità il più possibile per la sua tutela e la sua crescita. Sarò una parlamentare attiva e poco arrendevole, esaltando così una delle mie caratteristiche principali, come penso di aver dimostrato nel fronteggiare l’emergenza incendi dell’estate scorsa. E resterò un Sindaco presente e concreto, perché ho il privilegio di avere una maggioranza efficace che mi supporterà alla grande in caso di elezione.
Questo territorio vive un periodo di crisi profonda, con una pesante emergenza occupazionale, tra un progressivo spopolamento e tagli ai servizi essenziali. Sullo sfondo anche la chiusura del Tribunale di Sulmona nel 2020 e il Metanodotto che attraverserà il territorio. Cosa si può fare realmente?
Sulla crisi occupazionale è necessario che si costruisca concretamente una vera e propria vertenza Abruzzo. La Valle Peligna è diventata l’epicentro di una emergenza strutturale che la crisi del 2008 ha ampliato e che il terremoto del 2009 ha ulteriormente acuito. Servirebbe una sorta di “zona franca” per agevolare nuovi investimenti, e nel frattempo continuare a battersi per la difesa dei servizi, dalla sanità ai trasporti che incidono sullo spopolamento. L’ospedale di primo livello di Sulmona è essenziale per il territorio, e si deve rimediare al declassamento operato dalla Regione Abruzzo che ha applicato senza tenere conto delle caratteristiche e necessità del territorio il decreto Lorenzin, l’ennesima misura di tagli lineari introdotta dagli ultimi governi. Per il tribunale di Sulmona la prima cosa che farò sarà trasformare la delibera condivisa approvata dai Comuni in un provvedimento legislativo per la sua salvaguardia. Il mio Comune è in prima fila per la battaglia legale contro la centrale di compressione e il metanodotto Snam e non mollerò di un centimetro anche in questo caso.  
Il 4 marzo prossimo perché gli italiani dovrebbero votare Forza Italia e il Centrodestra?
Innanzitutto perché è l’unica coalizione ad avere un programma semplice e chiaro, sulla sicurezza, sulla tutela della famiglia, su politiche del lavoro strutturali al posto dei bonus e delle mance elargite dai governi a guida Pd, sulla semplificazione del sistema fiscale con la Flat tax.  Solo il Centrodestra può garantire una prospettiva coerente di governo, allontanando il rischio che un movimento di protesta e antisistema, benché prodotto anche dalle mancanze dei partiti tradizionali, prenda le redini del paese con una piattaforma disordinata che non sarà in grado di assicurare risposte ai problemi dei cittadini.

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