A leggere quel “La Repubblica italiana […] celebra la figura di Publio Ovidio Nasone nella ricorrenza dei duemila anni dalla sua morte, promuovendo e valorizzando la sua opera in ambito nazionale ed internazionale” ci scappa il sorriso, un sorriso amaro però. Perchè se è vero che la legge, approvata prima di Natale, è stata finalmente promulgata (il 10 febbraio scorso), è altrettanto vero che quei 700mila euro tanto attesi per l’organizzazione del Bimillenario ovidiano arriveranno, nei fatti, a chiusura della “prestigiosa” ricorrenza. La senatrice Paola Pelino aveva chiesto dieci giorni fa una audizione per avviare concretamente l’iter, ma gli ostacoli da superare sono tanti.
Da fare, infatti, ci sono tantissime cose e con le politiche dietro l’angolo non sarà facile, probabilmente impossibile, formare la commissione prevista prima del 4 marzo. In particolare perchè nella commissione o comitato promotore dovrà finirci di diritto il presidente del Consiglio, il ministro alla Cultura e quello all’Istruzione (o loro delegati), il presidente della Regione Abruzzo, addirittura, il presidente della Dmc Terre d’Amore in Abruzzo (l’unico che probabilmente resterà ancora al suo posto, nonostante i rumors che lo vorrebbero al Parco Majella) e tre esperti su Ovidio. Da lì si dovrà costituire un ulteriore comitato, questa volta scientifico, formato da almeno dieci “menti” ad hoc a sostegno dei promotori nel redigire un programma da svolgere durante il bimillenario ormai arrivato al dessert. Tra elezioni, il governo tutto da fare e da insediare si stima si arrivi a fine marzo, per poi ad aprile chiudere l’anno ovidiano con il portafoglio vuoto e lo spessore e il lustro che si addicevano ad un evento del genere fortemente penalizzati.
Nella legge si parla di progetti di promozione, ricerca, tutela e diffusione di tutto ciò che riguarda Ovidio: vita, opere e luoghi, nel 2017 e nel 2018. In particolare si cita la collaborazione con enti vari e la promozione di iniziative didattico-formative e culturali; il recupero ed il restauro del materiale storico ed artistico da inserire all’interno del progetto “Spazio Ovidio”; il recupero edilizio e la riorganizzazione dei luoghi ovidiani a Sulmona e in Valle Peligna, che dovrebbe essere, visti le finanze, proprio il museo, non ci sarà margine per altro; un parco letterario per un tour turistico-culturale; il gemellaggio tra Sulmona, Roma e Costanza (si è siglato a novembre quello con Ovidiu); ricerche in materia di studi ovidiani e chi più ne ha più ne metta.
Nella legge è, inoltre, previsto un comitato di giovani studiosi al di sotto dei 25 anni, il cosiddetto “Comitato dei cinquanta ovidiani” selezionato con apposito bando da emanare entro due mesi. Oltre a supportare i più “maturi” esperti, essi avranno la possibilità di concedere buoni studio per approfondimenti.
“La Repubblica italiana […]” promuove e valorizza si, ma a scadenza.
Simona Pace
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