Sono mille i cittadini di nazionalità rumena residenti in Valle, 800 solo a Sulmona.
Forse qualcosina in più di mille presenze, spiega la presidente, Mariana Bortos, considerando chi non ha ancora terminato l’iter di registrazione e quindi non risulterebbe nelle liste.
Una comunità ben radicata, da 30 anni presente e che da quasi due, ha fondato una sua associazione, un modo per avvicinare famiglie, organizzare eventi, rispettare tradizioni condividendole con il territorio peligno. Un’associazione che, fa sapere la Bortos, nonostante le richieste, non riesce ad avere una sede propria, un luogo fondamentale per la comunità che si è rivolta più volte al Comune affinché potesse venire incontro a questa esigenza. Come d’altronde accade in altre città. A questo si aggiunge la difficoltà nel reperire spazi pubblici e fondi anche per le mostre, “tutto a nostre spese” tant’è che ai rumeni e non solo, tocca bussare alle porte della Cgil o della parrocchia di Cristo Re.
Anche perché aggiungono, l’associazione è sempre stata disponibile con Palazzo offrendosi come ponte fondamentale nelle relazioni con la Romania, per gli incontri istituzionali e le celebrazioni per il bimillenario. Diversi gli eventi organizzati, da concorsi letterari a mostre al Mărțișor che il 4 marzo replicherà l’appuntamento, “ogni volta per gestire manifestazioni o una semplice assemblea non si sa dove andare”.
Insomma l’unico che, in questi anni, si sarebbe interessato a loro è stato l’ex vescovo Spina affidando alla comunità la chiesa di San Gaetano per il rito ortodosso.
“Avevo chiesto la possibilità di uno sportello per gli 800 rumeni residenti e per quelli che arrivano, ma non ho ancora ricevuto risposta”. Un punto informazioni fondamentale perché ai cittadini che arrivano a Sulmona, si palesa subito lo scoglio oltre che della lingua, quello di capire l’iter, le procedure da seguire, “alcuni non hanno la tessera eppure sono elettori”. A sbrigare le pratiche è la comunità stessa che in un tam tam cerca di organizzarsi con diversi intoppi e disagi di sorta bussando spesso e volentieri alle porte del sindacato.
Una difficoltà nell’essere considerati nelle proposte, senza girarci attorno, la presidente aggiunge che l’associazione sarebbe ancora in attesa del contributo per la prima edizione del Concorso letterario dello scorso anno al Pacifico, a breve si terrà la seconda edizione del Concorso Poesie d’amore, a partecipazione bilingue, italiano e rumeno.
A quanto pare, come ribadisce, avvertirebbero poca partecipazione all’esistenza della comunità, due i casi emblematici riferisce: il primo “il disinteresse istituzionale alla venuta dell’ambasciatore di Romania a Sulmona, fatto salvo per il sindaco intervenuto nonostante l’influenza, ma nessun’altro era presente”, a questo si aggiunge l’altra occasione andata perduta, l’appuntamento con il film su Ovidio girato in parte a Sulmona, realizzato da registi della Romania e proiettato per la prima volta in contemporanea sia a Costanza che a Sulmona nei locali della Cgil, andato deserto.
Perchè di attività poi ne mettono in campo parecchie, così come l’ultima del maestro Mihai Jitaru con la sua mostra “Giù la maschera” lavori in legno esposti al Gran Caffè letterario in collaborazione col Maw, che rappresentano l’animo e lo stato d’animo delle persone, vizi e virtù, un lavoro che nasce dall’idea di smascherare le emozioni incarnate da oggetti, animali. Un’esortazione, quella dell’associazione, a riflettere sulla questione rumena e l’invito alle amministrazioni che si sono succedute, a mantenere quelle promesse, negli anni delle campagne elettorali, tanto sperate e puntualmente disattese.
Anna Spinosa
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