Se non fosse per i pannelli elettorali che il Comune ha disposto in città nemmeno ci accorgeremmo di essere in campagna elettorale. Un avvio decisamente moscio e sottotono. Gli scheletri d’acciaio dove poter affiggere i manifesti restano semivuoti. Una vela gira solitaria, tre soli comitati elettorali inaugurati, non un volantino, non un dibattito, nemmeno una macchina con le trombe che gridano sferzanti “Vota Antonio!”.
Le cene, quelle sì, come quella organizzata dal Movimento 5 Stelle, ma se credete che sia una di quelle in stile “Prima Repubblica” vi sbagliate di grosso. I tempi sono cambiati e adesso ognuno paga per sé. L’ospite d’onore venerdì però è di quelli che passano una volta ogni cinque anni: Alessandro Di Battista, volto notissimo del Movimento. Prima della cena alle ore 21.00 il “Diba” terrà un comizio a Piazza XX Settembre, quello sì in “vecchio stile”. I 5 Stelle hanno dato avvio alla campagna elettorale due settimane fa con l’inaugurazione dell’Infopoint in Corso Ovidio 126 alla presenza della loro candidata territoriale Gabriella Di Girolamo – in seconda posizione nel listino proporzionale al Senato.
Nel centrodestra la vela con il volto di Antonella Di Nino, candidata anch’essa al Senato – sia all’uninominale che al proporzionale per Forza Italia -, gira da qualche giorno per le vie della città e insieme ai manifesti degli azzurri – gli unici a comparire sino ad ora-, restano una delle poche testimonianze di questo avvio. La sindaca di Pratola ha anche inaugurato il comitato elettorale che si trova in Piazza XX Settembre. In verità la Di Nino voleva organizzarlo un comizio al coperto e per questo aveva chiesto anche l’uso dell’auditorium dell’Annunziata, solo che la sua collega di Sulmona, Annamaria Casini, le ha risposto che l’unico spazio previsto per la propaganda elettorale è l’aula consiliare di palazzo San Francesco. E quindi non se ne fa niente.
Liberi e Uguali che in Valle Peligna candida Renata Donatelli – in seconda posizione nel listino proporzionale al Senato – ha inaugurato il comitato elettorale il 3 febbraio in corso Ovidio all’altezza della Fontana del Vecchio.
Non ci sono ancora in giro i loro manifesti elettorali però i LeU hanno in programma un’importante iniziativa elettorale con un ospite d’eccezione: il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che sarà a Sulmona venerdì ad ora di pranzo.
Nel centrosinistra invece non sembra esserci in arrivo nessuno politico di peso. Nel Pd pesa lo strappo che c’è stato per via della forzatura avuta in sede di formazione delle liste. Più di un “big” regionale ha annunciato che non s’impegnerà nella campagna elettorale e al momento anche in Valle non si vede grande entusiasmo. In particolare la candidatura che non entusiasma è quella di Luciano D’Alfonso – capolista al proporzionale al Senato – che con la Valle Peligna ma in particolare con Sulmona ha più di un conto aperto. Il circolo sulmonese del Pd ha in previsione un incontro cittadino con i candidati, ma questo sarà fatto sul finire della campagna elettorale. Chi invece si è già presentato con una conferenza stampa è Massimo Carugno – capolista alla Camera nella lista Insieme. L’avvocato sulmonese ha scelto di non avere un comitato elettorale, per una campagna morigerata senza inutili sprechi.
Giovedì una cena è prevista anche per i Fratelli d’Italia che presenteranno i capolista di Camera e Senato mentre giovedì scorso sempre a cena si è ritrovata la lista Potere al Popolo alla presenza del candidato all’uninominale alla Camera Alessandro Feragalli.
La ritirata dalla vita politica delle persone ha cambiato definitivamente le campagne elettorali. Se la “Prima Republica” è stata teatro dei grandi comizi di piazza, delle adunate nei posti simbolo delle città, dei porta a porta, delle manifestazioni, delle affissioni dei manifesti ciclostilati, oggi sembra passare tutto per altri canali, più o meno virtuali. La televisione innanzitutto, che resta un punto di riferimento per l’elettorato più anziano e poi il web che per lo più attraverso i social sempre più persone utilizzano per formare le loro intenzioni di voto.
La nostalgia del passato che diventa quasi ideologica ha un po’ stancato, soprattutto in politica, ma certo l’idea di non vedere più le piazze colorate e piene in campagna elettorale rende tutto sinceramente più triste. Così le elezioni diventano un fatto individuale non più un rito collettivo attraverso il quale cambiare le sorti generali. In tempi di antipolitica e disaffezione è probabile che il successo elettorale futuro passi anche dalla capacità di capovolgere questo paradigma. Far tornare alla gente la voglia di cambiare il Paese e di immaginare un domani migliore e farla tornare ad impegnarsi in prima persona potrebbe essere la chiave di volta della politica che verrà.
O invece potrebbe essere già tutto scritto e nel futuro potrebbe esserci un ritiro sempre maggiore degli individui dallo spazio pubblico dove l’interesse personale primeggia sempre e comunque su quello generale. Una sorta di nuovo “stato di natura civilizzato” per dirla alla Hobbes, dove torna a vigere l’homo homini lupus – l’uomo è lupo per l’altro uomo.
È una domanda alla quale non sappiamo ancora dare una risposta collettiva, ma se in mente qualcuno ha già chiaro il modello che preferisce, è assolutamente necessario che inizi anche a praticarlo.
Savino Monterisi
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