La cronaca locale diventa sempre più stravagante. C’è da basirsi.
Uomini che defecano dal balcone,
ladri che rubano cani da guardia, nonni che litigano nel centro anziani, stravagante monnezza abbandonata a ogni angolo della città. Siamo tutti un po’ confusi.
A rincuorarci ci pensano i politici, in grande spolvero per la campagna elettorale, che non perdono occasione per esternare il loro amore verso il popolo votante: ci corteggiano, ci fanno sentire importanti, ci promettono il meglio del meglio che hanno, sono sempre presenti e risolvono i guai.
È bello ascoltarli, perché parlano bene e hanno volti rassicuranti, abbigliamento sobrio ed elegante, sorriso perfetto e a favore di telecamera.
È inebriante lasciarsi cullare dalle parole che pronunciano al microfono e credere, anche solo il tempo di un’illusione, nel futuro roseo che ci prospettano.
Poche tasse, tanto lavoro, niente centrale Snam, aiuti sociali, nessuna spoliazione del territorio, bitcoin come se piovesse e tempo bello tutto l’anno.
Tanto poi, nella realtà, sappiamo che in Italia si riesce a ottenere qualcosa solo chiamando il Gabibbo di “Striscia la notizia”.
Il popolo ha fame ed evidentemente la fame fa sragionare, fino ad arrivare a pensare che ci si possa cibare col pane altrui.
Qualcuno ruba in maniera ingegnosa, tramite truffe, inganni, frodi, raggiri o evasioni; altri invece adottano il vecchio metodo del furto con scasso.
L’elenco di quello che scassano i ladri quando fanno furti è molto lungo.
Io ci sono passata qualche mese fa. Non hanno preso niente (pure i ladri sono snob di questi tempi), ma hanno scassato tanto, soprattutto la mia fiducia verso il prossimo, la tranquillità dei miei figli e qualcosa che non è educato nominare.
Verrebbe da dire che non c’è più religione, invece c’è, perché è arrivato il vescovo con il paramento dorato, il bastone argentato e il volto sereno di chi non ha ancora capito con chi ha a che fare.
E allora basiamoci, ma soprattutto distraiamoci con cose tipo il “Festival di Sanremo” in tv, che non piace a nessuno, ma lo guardano tutti, forse per poterlo criticare meglio.
A me invece piace e l’ho guardato tutto: dal tale che ha fatto incursione sul palco per chiedere udienza al sindaco della città, alla proclamazione dei vincitori: “Lo stato sociale”.
Ah, non è ancora finito?
Vabbè, l’ho guardato quasi tutto: ho saltato solo tre serate su cinque, perché è vero che Sanremo è Sanremo, però “ Scin ca scin, ma ca scin ‘n tutt no”.
gRaffa
Raffaella Di Girolamo
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