Si pronuncerà il prossimo 7 marzo il Tar Abruzzo sul ricorso presentato contro il Comune di Roccaraso da Giulio Verdecchia, presidente dell’associazione Abruzzo Freeride Freedom, circa l’ordinanza numero del 28 gennaio del 2014 che da quattro anni vieterebbe lo sci fuori pista su suolo comunale. Una battaglia per l’associazione che non combatte solo il caso specifico roccolano. La mission di Freeride Freedom è ben precisa: “eliminare i ‘divieti’ allo sci fuoripista vigenti in Abruzzo, unica regione italiana. Divieti contrari a quanto previsto dalla legge nazionale nr.363”. A partire dalla legge regionale 24 che nel suo articolo 99 vietava “in maniera confusa” lo sci fuoripista. Una svolta per l’associazione la sua modifica avvenuta nel 2015 e che ha permesso di praticare il freeride anche in Abruzzo.
Per gli amanti degli sport estremi, liberi, adrenalinici, però, la battaglia non si è conclusa tre anni fa. Da combattere ancora ci sono le ordinanze dei singoli comuni che vietano “sci fuoripista, sci alpinismo, escursionismo, ciaspole etc” denuncia l’associazione dalle pagine del suo sito web. Vietano queste pratiche “quando nevica ed il bollettino valanghe sale a 3”, ma che poi non vengono “maldestramente” ritirate “quando il bollettino scende e non vi è più pericolo valanghe. E talvolta- spiegano dall’associazione- restano in vigore anche per l’estate (quando la neve non c’è più) e poi automaticamente per la stagione successiva”. Ordinanze “illegali” per i freeriders, dunque, che non vengono emesse per altri territori nazionali dove gli sport invernali vengono praticati in più libertà caricando di responsabilità chi decide di uscire e deve farlo ovviamente in tutta sicurezza, per la propria ed altrui incolumità, “Con le dovute misure necessarie per garantire la sicurezza nell’ambito dei comprensori sciistici” e con gli sport praticati liberamente lontano dagli impianti.
D’altronde in ballo non c’è solo e soltanto il puro divertimento o la passione da mantenere in vita, ma anche un fattore economico dettato da un bella fetta di turismo invernale che alle piste organizzate preferirebbe l’avventura. I divieti rappresentato così per l’associazione un grosso danno all’economia abruzzese delle guide alpine principalmente, quelle figure autorizzate ad accompagnare le persone in montagna con la neve, che poi non si tratta solo di uscite spericolate, ma anche di ciaspolate in tutta tranquillità. A marzo, dunque, l’ultimo atto con il Comune di Roccaraso.
(Foto di Associazione Abruzzo Freeride Freedom)
Simona Pace
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