Dal Sulmona Rugby alla nazionale, la storia di Alessandro Forcucci

Di Popoli, anno 1998, il giovane Alessandro Forcucci è stato convocato nella nazionale under 20 di rugby che nel mondiale del prossimo giugno, in Georgia, affronterà Irlanda, Nuova Zelanda e Scozia, per iniziare, e altre due partite il cui avversario si conoscerà in base ai piazzamenti delle prime tre.

Un risultato eccellente per il giovane rugbista partito dalla società del Sulmona Rugby e approdato, quest’anno, a Parma, città con una forte e ben radicata tradizione rugbistica. A Parma, dove Alessandro sta concludendo il suo ultimo anno in un istituto per geometri, è riuscito a farsi notare giocando nell’under 18 della serie A, seguito all’interno dell’Accademia Federale del rugby. Solo l’ultimo approdo, perché la strada percorsa dall’atleta popolese, seppur così giovane, è stata molto ricca. Nel curriculum di Alessandro Forcucci, oltre al Sulmona Rugby in cui ha giocato fino a 16 anni, figurano infatti presenze nell’Aquila Rugby e quella a Roma nelle Fiamme Oro.

Per Alessandro, quella di giugno, inoltre, non è la prima esperienza in nazionale.  Per dirla tutta, le esperienze in maglia azzurra non sono mancate: c’è quella nell’under 17 nel 2015, grazie al quale è arrivato in Francia, e poi quella dell’under 18 in Galles.

Bravura, probabilmente fortuna, l’essere al posto giusto nel momento giusto, ma, nell’eccellere in questo sport Alessandro ha dalla sua anche il gene. Il papà Giovanni Forcucci, infatti, è allenatore di rugby nonché attualmente nella dirigenza della società peligna; Daniele, il fratello maggiore, invece, è stato fino allo scorso anno parte della nazionale e nelle Fiamme Oro, per intraprendere poi il percorso di formazione per allenatore seguendo le orme del padre. Fin da piccoli, insomma, in casa si è respirata l’aria del rugby e diversamente dagli altri bambini quella che hanno avuto in mano è stata la palla ovale. Il risultato, a distanza di anni, è la forte soddisfazione di esser cresciuti, di aver fatto esperienza nell’ambito di uno sport in cui, diversamente da alcuni esempi calcistici, vige  il rispetto dell’altro.

“E’ questo il fascino del rugby- spiega il papà, Giovanni Forcucci-, da rispettare ci sono le regole, ma principalmente l’avversario. Non giochiamo mai ‘contro’, ma ‘con’, che poi il rugby è uno sport fortemente di contatto questa è un’altra storia”.

Una bella storia che rappresenta un successo per il rugby peligno, con il Sulmona attivo dal 1967 e che annovera ad oggi circa 60 iscritti tra giovani e maturi. Un ottimo risultato quello di confezionare campioni, nonostante il rugby resti ingiustamente tra gli sport cosiddetti “minori”.

s.pac

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