Gli utenti dovranno rassegnarsi a pagare, perché le raccomandate ricevute in questi giorni in ritardo per gli accertamenti Imu del 2012, quindi potenzialmente prescritte, sono state consegnate alle Poste tra il 29 e il 30 dicembre. In tempo, insomma, per evitare la prescrizione. La legge, infatti, dice che fa fede la data di consegna della raccomandata e non quella di notifica all’utente e neanche quella di “presa in carico” da parte delle Poste.
E’ proprio su questo punto che molti utenti, 2.500 solo a Sulmona, hanno pensato di poter fare ricorso, perché la data di lavorazione da parte di Poste Italiane è registrata al 2 gennaio, quindi oltre i cinque anni della prescrizione.
Da una verifica fatta da Il Germe, però, è risultato che seppur prese in carico il 2 gennaio, le raccomandate con i pagamenti Imu del 2012 (e del 2013) sono state depositate dalla Sogest (incaricata dal Comune di Sulmona e non solo alla riscossione) gli ultimi due giorni utili prima della scadenza presso le sedi di Taranto e Bari.
Questa mattina lunghe file negli uffici comunali per chiedere spiegazioni, ma anche alle stesse Poste e negli studi dei commercialisti. L’illusione di poter scampare al pagamento, ma anche, per alcuni, l’impossibilità di poter dimostrare eventualmente (e i casi di accertamenti non dovuti sono tanti) la propria regolarità contributiva: “E’ mia abitudine ogni 2 gennaio – racconta un utente – distruggere tutta la documentazione risalente a cinque anni prima, perché la legge mi obbliga a conservare le ricevute per cinque anni e non oltre. Ora non saprei come dimostrare al Comune di aver regolarmente pagato quanto mi viene contestato”.
Anche questa contestazione però difficilmente potrà trovare spazio per l’accoglimento di un ricorso: quest’anno il 31 dicembre era festivo (sabato) e di conseguenza vale il principio della “data mobile”.
Insomma chi è in difetto deve pagare e chi non lo è, e ha ricevuto l’accertamento, deve avere le carte per poterlo dimostrare: entro sessanta giorni.
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