Non se la stanno passando bene i medici in attivo nel carcere di Sulmona, in forte sottorganico da settembre ormai, e con una Asl sorda, disinteressata, che non riesce a fornire delle risposte adeguate alle richieste che il personale sta presentando da tempo. In passivo ci sono, infatti, ben tre medici perchè se a fine estate un medico era andato via, una era andata in pensione, la situazione è peggiorata con il terzo che ha preferito altri lidi. Il risultato è che i dottori in servizio presso il carcere di via Lamaccio sono solo 5, costretti a coprire un monte ore di 900 mensili, circa 200 al mese a ciascuno. “Alcuni- denuncia il dottor Fabio Federico- arrivano a fare turni di 48 ore. Stiamo sfiorando tutti i limiti dettati dalla legge”.
Il problema è molto serio perchè il carcere di Sulmona è noto per il servizio sanitario h24 e quindi l’unico in cui vengono inviati detenuti del 41bis in malattia, senza calcolare, però, il sottorganico medico. “Un solo dottore per 500 detenuti- si sfoga Federico che aggiunge- secondo la legge ce ne dovrebbero essere due la mattina” con conseguenze facilmente immaginabili sulle ferie, i riposi ed i permessi e con il rischio che se solo uno di loro si ammali succeda un vero e proprio “patatrac”.
“Ho scritto al direttore generale Asl per chiedere una sostituzione del pensionamento, ma non arriva alcuna risposta. C’è un responsabile di medicina penitenziaria completamente latitante” conclude Federico il quale non esclude una lettera al prefetto. Che la situazione nel carcere di via Lamaccio fosse difficile lo si sapeva già, non sono lontani i tempi in cui era stata portata alla luce anche la situazione degli infermieri precari del carcere. Anche in questo caso non si è risolto granché.
Simona Pace
Non è nemmeno lontano il tempo in cui i detenuti morivano a Sulmona come le mosche, alcuni dei quali suicidati? Da chi? E i medici col loro mod.99 dov’erano? Io ve la farei fare a voi un po di vera galera!