La Snam vuole dialogare, ecco perchè

“È nostra intenzione dialogare con le istituzioni e con le popolazioni del territorio per illustrare le caratteristiche dell’impianto e rassicurare che non esistono rischi per la sicurezza e per la salute dei cittadini”. E’ la Snam che parla, che vuole, cerca di rassicurare chi negli ultimi giorni si sta organizzando in vari modi e maniere per evitare la centrale Snam a Sulmona, “un’infrastruttura del tutto analoga ad altri 11 impianti sicuri e a basso impatto ambientale da molto tempo attivi nel nostro paese” dichiarano dalla multinazionale. Uno strano modo di dialogare con la comunità locale che non ha badato affatto a tutte le delibere emanate dal Comune di Sulmona, dalla Provincia dell’Aquila, dalla Regione Abruzzo e dalle Camere se si pensa anche al metanodotto, opera  complementare.

“Un progetto strategico” prosegue la multinazionale nelle sue note, necessaria a causa del “progressivo decadimento della produzione nazionale di gas, già oggi inferiore al 10% rispetto al fabbisogno energetico del Paese”. Alla base del progetto, quindi, ci sarebbero il fabbisogno energetico italiano a medio-lungo termine “attraverso l’incremento delle capacità dei Punti di Entrata della rete italiana” e “un nuovo corridoio alternativo al gasdotto Transmed, in esercizio sul versante Tirrenico, per conferire maggiore sicurezza e affidabilità al sistema di trasporto del gas”.

Un “tracciato migliore per continuità, sicurezza e compatibilità ambientale” rassicura ancora, perchè progettato in cinque tratti autonomi ed indipendenti l’uno dall’altro per “il potenziamento delle reti locali esistenti, l’aumento della flessibilità del sistema e un ulteriore miglioramento del livello di affidabilità”. Parla di zero impatto ambientale poi la Snam per le condotte interrate, ad esclusione delle valvole di intercettazione, che “non causano emissioni acustiche, inquinamenti atmosferici e frammentazioni di habitat” dice Snam che sul tracciato puntualizza “risponde alla necessità di individuare corridoi di passaggio compatibili, sia dal punto di vista ambientale che urbanistico, con le caratteristiche dimensionali e con  lo scopo dell’opera  in progetto”. I lavori per interrare il metanodotto interesseranno 28 metri di larghezza nelle zone agricole, 18 in quelle boschive, luoghi che saranno sottoposti, promette la Snam, a rimboschimenti per 47 ettari “in corrispondenza di tutte le aree boscate e di vegetazione ripariale interessate dai lavori” con “periodiche operazioni di cure colturali, per un periodo complessivo di almeno 5 anni”. Come se non fosse mai successo nulla.

Si parla anche di alternative al tracciato nelle note Snam, tutte valutate ma nessuna che corrisponda appieno a questi criteri di sicurezza. La ben nota sismica dorsale appenninica resta, pare, la strada più sicura. E non c’è rischio sismico, quindi, insiste la multinazionale del gas, perchè il tracciato “è stato definito scegliendo i lineamenti morfologici e geologici più sicuri (fondovalle, terrazzi, dorsali, ecc.) e comunque lontani dalle aree interessate, anche solo potenzialmente, da dissesti idrogeologici o sismici”. Tutto provato e verificato, insomma, prosegue la Snam che ricorda il sisma dell’Aquila dove le tubature non hanno fatto uno piega. Per non parlare poi dei controlli periodici sugli impianti “con apparecchiature automatiche che rilevano qualsiasi variazione di spessore dell’acciaio e i fenomeni corrosivi eventualmente in atto”.

E poi c’è la centrale di compressione: “fondamentale e sicura”, necessaria ad “imprimere al gas la spinta necessaria a viaggiare lungo la rete di trasporto” che in base al suo assetto vede in Case Pente il luogo ideale “per consentire il trasporto, oltre che dei quantitativi previsti provenienti dai punti di entrata da Sud (25 milioni di metri cubi standard al giorno), anche dei quantitativi giornalieri aggiuntivi previsti per il campo di stoccaggio Stogit di Fiume Treste (CH) che per volumi di stoccaggio e capacità di punta è il primo in Italia”.

Ci si chiede, a questo punto, se si parla dello stesso progetto che da tutta un’altra serie di dati ed informazioni è l’esatto contrario. A ricordarne la pericolosità e il forte impatto ambientale è stato ieri anche il parlamentare Gianni Melilla scrivendo al premier Gentiloni per invitarlo a revocare l’autorizzazione. Proprio ieri, giorno della gita a Roma.

Simona Pace

 

1 Commento su "La Snam vuole dialogare, ecco perchè"

  1. quante chiacchiere inutili. il metano e ecologico pulito sicuro . le persone che ci lavorano lo sanno. e tutta italia. tranquilli.

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