Ancora sigilli per il De Nino-Morandi, questa volta nella porzione di istituto data a fuoco ieri sera attorno alle 19,00.
Nella mattina di oggi si è proceduto con la sostituzione delle serramenta per evitare ulteriori intromissioni nell’edificio sotto sequestro del 2014.
Le indagini sull’incendio proseguono per capire chi e cosa abbia provocato le fiamme nella stanza adibita a deposito di attrezzature sportive, perchè il sospetto resta quello, molto probabile, di origine dolosa anche se è difficile trovare la traccia che ha determinato la scintilla e gli indizi, perchè il locale è andato distrutto. I danni ci sono e anche ingenti, la scuola però resta in piedi, quasi stoica nell’attesa di tornare ad essere un luogo di formazione, didattica e crescita per studenti. Da troppi mesi i banchi sono vuoti e ci vorrà ancora del tempo prima che i ragazzi peligni possano tornarvi.
Il presidente della Provincia Caruso fa sapere che dai primi di gennaio sarà dato l’incarico per il progetto esecutivo per rivedere l’intervento sulla parte sequestrata, mentre per l’altra parte il progetto non cambierà. Si passerà all’iter della gara d’appalto, Caruso stima un tempo di sei mesi per espletare tutte le procedure e sarà poi la volta dei lavori, a conti fatti prima del 2019 non si rientrerà a scuola.
Per il “De Nino-Morandi” è ancora attesa, lunga già 38 mesi, legata a rabbia, aspettative, interrogativi, per un edificio che continua a vedere incursioni, atti di vandalismo e un evidente stato di abbandono. Dall’affaccio in piazza Capograssi o in via Bafile, l’immagine resta quella, un istituto simulacro di se stesso.
A.S.
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