Sulla questione fanghi e discariche interviene Franco Gerardini, dirigente del Servizio Gestione Rifiuti e del Servizio Opere Marittime che spiega “Le sabbie dragate nel porto di Pescara non sono idonee al ripascimento ma non contengono sostanze inquinanti”. Gerardini specifica “sono state fatte tutte le analisi del caso e non è stata riscontrata alcuna problematica”.
Si tratta dunque di sedimenti marini che, ai soli fini dello smaltimento, sono stati classificati come “fanghi di dragaggio” allo scopo di “tombare idoneamente la discarica creando uno strato di drenaggio del biogas (capping)” e conclude “va sottolineato che con una sola azione sono stati colti due risultati: liberare il porto di Pescara dalla sabbia in eccesso e coprire la discarica di Sulmona in maniera adeguata”.
Le analisi inserite nell’ordinanza parlano di classificazione D ed E e in queste classi vi sono rischi per la salute e chi ha fatto le analisi le avrà fatte con cognizioni di causa.
Triste e misera l’affermazione dell’operazione “sabbie mobili” 🙂 per il preciso scopo di permettere il tombamento della discarica esaurita del COGESA e non in primis per sbarazzarsi dei fanghi del porto canale di Pescara che altrove non hanno voluto; e per questo “gradito dono” le sabbie sono state classificate come “fanghi di dragaggio” come a dire che i fanghi non sono tali e che anche le analisi rispecchiano una “realtà non veritiera”…
Ma come si fa ad asserire una cosa del genere?
Pura sabbia di fiume… nessun inquinante… sabbia idonea alla produzione alimentare… per la produzione di bei paparuoli.
Quei bei paparuoli che ci serviranno fra non molto via etere e a km zero…
DALLO SMALITORE AL CONSUMATORE!!!