Tornano a far sentire la loro voce i “padroni di casa”, una casa dichiarata inagibile ormai da quasi nove anni e il cui svuotamento ha inferto, anche e soprattutto, un colpo mortale al centro storico, alla sua vita, alla sua vivibilità.
Le strade vuote, in questi giorni, come mai lo sono state durante le feste, sono lì a ricordare che il cuore di Sulmona ha smesso di pulsare, che non c’è più linfa. Non ci sono più i giovani, le loro uscite chiassose da scuola e con loro neanche il resto della città che si affanna in uffici trasferiti nei nuclei industriali e nei negozi che chiudono e continuano a chiudere.
Gli studenti del liceo classico Ovidio tornano a bussare alla porta della politica, per chiedere tempi e modi di un loro ritorno nella sede storica di piazza XX settembre. Chiusa da troppo tempo, insieme alla biblioteca comunale annessa.
Giovedì prossimo, così, è stata convocata al cinema Pacifico un’assemblea degli studenti, alla quale sono stati chiamati a partecipare anche gli amministratori comunali.
Messo che le loro promesse abbiano ancora un valore, visto che, negli anni, si sono ripetute e accavallate, con quell’obiettivo di aprire i battenti per il Bimillenario ovidiano che è miseramente, ancora una volta, fallito.
Eppure i soldi sono in cassa e da tanti anni anche: 4,2 milioni di euro affidati dalla Provincia al Comune proprio perché accelerasse le pratiche della messa in sicurezza.
E invece, a distanza di anni di chiacchiere, il cantiere sul liceo Ovidio non si vede. Le carte sono ferme a quanto pare ancora al Genio civile, in attesa di un’autorizzazione sismica a cui manca la documentazione necessaria, tanto che è stata richiesta un’integrazione al Comune.
Il tempo passa, intanto, due generazioni di liceali non hanno mai avuto il piacere di accomodarsi tra i banchi della loro scuola, mentre quelli di una volta fanno petizioni e richieste e mentre i commercianti si apprestano a presentare un esposto alla procura per capire di chi sono le responsabilità di questo indecente ritardo. Un ritardo come tutti gli altri sulla messa in sicurezza delle scuole sulmonesi, un ritardo che, però, per la città assume anche un valore simbolico: perché il liceo intitolato ad Ovidio non è solo una scuola, ma il cuore pulsante di una città ormai morente.
Bisogna ripartire dalla scuola,in tutti i sensi:dalla formazione culturale innanzitutto.A Sulmona manca,da troppo tempo,anche
il luogo fisico deputato a fare cultura : scuola e biblioteca.La piazza non è più il luogo di incontri e di scambi, ma solo un sito di esilio per Ovidio.
Aridatece il commissario …