Saranno unite domani in uno sciopero generale anche in Abruzzo le sigle sindacali legate alladirigenza medica e alla sanità (Anpo, Aupi, Cimo, Cisl-Medici, Fials, Simet, Sinafo, Snr) “preoccupate per lo stato della sanità pubblica ed indignate per il perseverante de-finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale” si legge in una nota congiunta. De-finanziamento che lede la sicurezza sanitaria dei cittadini ed umilia i professionisti che da tempo non vedono rinnovi al contratto nazionale. “Siamo ben consci della difficoltà di attuare uno sciopero in sanità- prosegue la nota-. Piaccia o non piaccia, è però l’unica arma, fra quelle previste dallo Statuto dei Lavoratori e dal Codice di autoregolamentazione dei Servizi Pubblici, che evidenzia subito il grado di condivisione della protesta e gli effetti generati dalla astensione dal lavoro (anche se attenuati dalla limitazione imposta a un (1) giorno e dal rispetto dei servizi essenziali) e il cui grado di adesione e le motivazioni che lo sostengono vengono ripresi e amplificati dai mass media e possono scalfire la cinica indifferenza dei politici”.
Sono i sindacati poi ad elencare le motivazioni di questo sciopero generale che contempla tra le cause: il perdurare nella Legge di Bilancio per il 2018 del de-finanziamento del S.S.N.; lo stallo delle trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale conseguenza del “sabotaggio sistematico di un tale rinnovo da parte di tutte le Regioni, indipendentemente dall’area politica di riferimento in cui si sono collocate” dovuto all’inadeguatezza delle risorse, al mancato riconoscimento da parte del Governo delle condizioni del lavoro gravose ed usuranti dei dirigenti del ruolo sanitario; la riduzione delle ore di riposo con conseguente aumento del carico; il ritardo dei processi di stabilizzazione dei precari per volontà delle Regioni.
Una situazione generale che si riversa nelle piccole e grandi realtà regionali, dove una volta ogni contributo concreto di buona sanità contribuiva a fare dell’Italia un sistema esemplare e gratuito. Oggi questo sistema va difeso.
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