Torna il metanodotto, la Regione si affida ad un consulente

Si terrà giovedì 14 dicembre alle ore 12:00 presso la Presidenza del consiglio a Roma, la conferenza dei servizi sul metanodotto Snam “Rete-Adriatica” che si sarebbe dovuta tenere il 26 ottobre poi rimandata per l’indisponibilità del presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso.
Questa volta però il governatore ci sarà ed annuncia: “La Regione conferma la contrarietà all’opera e porterà sul tavolo del governo la posizione fino ad oggi espressa con gli atti prodotti”. Sostanzialmente la Regione Abruzzo negherà al governo la così detta “intesa” necessaria per le opere di competenza condivisa fra Stato e Regioni, come lo è la materia energetica.

Ma il presidente D’Alfonso rilancia sulla questione Snam e annuncia: “Abbiamo definito in giunta proprio l’altro giorno la decisione di affidare al professore Cerulli Irelli – esperto di diritto amministrativo – un incarico finalizzato alla destrutturazione dell’intesa. Stiamo studiando l’istituto che ci consentirà di andare oltre la negazione dell’intesa”. L’intenzione della Regione dunque è quella di provare a superare lo scontro frontale con il governo attraverso l’individuazione di uno strumento alternativo che a questo punto è tutto da verificare, perché il presidente non si è sbottonato oltre.

Cosa sia questo strumento alternativo, “l’istituto oltre la negazione dell’intesa”, non è, nel solito linguaggio di D’Alfonso, chiaro. Forse un accordo? Si torna a parlare di centrale elettrica? C’è la possibilità di deviare il percorso in mare?

Qualcosa in più si saprà forse dopo la conferenza dei servizi: una serie di tavoli tecnici dove le parti in causa si confrontano sull’opera in questione nel tentativo di raggiungere “l’intesa” che sino ad oggi la Regione Abruzzo ha negato. A Roma giovedì saranno pertanto chiamati diversi Comuni, Province e Regioni interessate dal passaggio del “Rete-Adriatica” per il tratto d’interesse Sulmona-Foligno. I tavoli possono essere tre al massimo distanziati di trenta giorni l’uno dall’altro, entro novanta giorni al massimo dunque, il governo dovrebbe chiudere la partita autorizzativa. Sul filo delle elezioni politiche. Una volta concluso l’iter del metanodotto, Snam sarebbe ad un passo dal via libera definitivo che gli permetterebbe di iniziare i lavori dell’opera che oltre al metanodotto comprende anche la centrale di compressione che dovrebbe essere realizzata in zona Casa Pente a Sulmona.

Savino Monterisi

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