Osservatorio opere pubbliche e private, imprese e sindacati: “Incomprensibile la nostra esclusione”

Sono decise a far sentire la propria voce all’opinione pubblica le imprese e sindacati di categoria escluse dal protocollo siglato tra la Regione Abruzzo, l’Ance Abruzzo e le quattro Asl per la costituzione di un Osservatorio abruzzese delle opere pubbliche e private. Ad esprimere una dura presa di posizione, all’indomani della presentazione pubblica del protocollo, Aniem Abruzzo, Cna Imprenditori d’Italia Abruzzo e le rappresentanze regionali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, sigle associative che rappresentano centinaia di imprese del settore delle costruzioni e dei sindacati dei lavoratori che rappresentano migliaia di dipendenti. Motivo per il quale “incomprensibile” appare la loro esclusione da “una iniziativa pregevole ma che purtroppo denota un’evidente mancata conoscenza del tessuto associativo regionale”. Come dichiarano le stesse associazioni sindacali spiegando che “un Osservatorio regionale delle opere pubbliche e private per essere definito tale non può prescindere dal coinvolgimento di tutte le parti sociali interessate e riconosciute ad ogni livello istituzionale”.

Una buona idea secondo Aniem, Cna, Fillea, Filca e Fenea quella di raccogliere elementi statistici certi sull’andamento del mercato delle costruzioni ma “mal gestita” perché non è possibile tagliare fuori “chi rappresenta una buona fetta nel segmento dell’edilizia locale e tutto questo senza alcuna ragione”.

Critiche di merito alle quali si aggiungono anche considerazioni sulla “correttezza dei rapporti istituzionali da parte della Regione” continuano le scriventi associazioni e sigle sindacali ricordando come “lo scorso 14 febbraio, all’indomani dell’annuncio della costituzione del nuovo organismo, Aniem, Cna e sindacati dei lavoratori avevano scritto al presidente della Regione Marsilio sollecitando una loro integrazione tra i sottoscrittori del Protocollo”. Una richiesta che le stesse associazioni hanno volutamente tenuto riservata “per ragioni di rispetto istituzionale” e che ad oggi non ha ancora ricevuto risposta. Un silenzio che, concludono Aniem, Cna, Fillea, Filca e Fenea suona come “nuova presa d’atto del divario istituzionale e comunicativo a noi riservato”.

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