
Il colpo d’occhio è pregevole: un’opera di restauro che ha rispettato la storia e gli edifici intorno, tutt’altro dalle pietre tirate a lucido come fatto in altri palazzi poco distanti. Ieri Palazzo Mazara, già sede del Comune, della presidenza del consiglio, del Centro regionale per i beni culturali e location di cerimonie e convegni, si è spogliato dalle impalcature dalle quali era avvolto dal settembre del 2023.
Chiuso dal 2016 dopo il terremoto, lo storico palazzo è rimasto ostaggio della burocrazia per lungo tempo. Anche dopo l’affidamento dei lavori, con la variante per interrare i cavi chiesta a gennaio del 2024 e concessa solo dopo dieci mesi.
La città si riprende almeno il colpo d’occhio per il momento, perché i lavori non sono ancora ultimati. Ci sono da interrare i cavi elettrici per i quali era stata chiesta la variante e che, assicura l’architetto Antonio Del Boccio, saranno ultimati in un mese al massimo. “Abbiamo già fatto i sopralluoghi – spiega – faremo uno scavo di sessanta centimetri lungo via Mazara, sperando di non trovare sorprese”.

L’edificio sarà tuttavia riconsegnato solo parzialmente: i 430mila euro spesi per gli interventi eseguiti dalla MC Costruzioni, sono serviti per recuperare la scalinata e il primo piano, ad esclusione del secondo piano e della terrazza che veniva usata anche per le cerimonie e il cui recupero è legato ad una scheda sisma del locale privato sottostante. Scheda non ancora approvata, oltretutto, il che lascia supporre che ci vorrà ancora molto tempo prima di poter tornare a godere dello spazio.
Ora bisognerà capire, inoltre, come utilizzare la parte ristrutturata: la sede del Comune, infatti, non tornerà per il momento nello stabile, anche perché mancano i cablaggi e perché il Palazzo, dal dirimpettaio San Francesco agli uffici della ex caserma Pace, è già destinato a trasferirsi nella sede dell’ex scuola Masciangioli in via Mazzini.
Qui, dopo anni di attesa e un adeguamento sismico importante, si stanno ultimando i lavori di funzionalizzazione di un piano per poter accogliere gli uffici (ma non la scuola). Secondo l’ufficio tecnico del Comune ci vorranno ancora un paio di mesi prima di poter disporre il trasloco di scrivanie e uffici. Il trasferimento dovrebbe permettere l’apertura di un nuovo cantiere su Palazzo San Francesco, i fondi a disposizione, però, anche in questo caso, sono limitati e il rischio è che ci vorranno anni prima che gli uffici comunali tornino dentro le mura della città antica.
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