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E’ Sulmona la città che in Abruzzo ha il più alto consumo di suolo, come certificato dall’ultimo rapporto Ispra e denunciato dal Coordinamento per il clima fuori dal fossile che acoltando le prime dichiarazioni dei candidati alla carica di sindaco nella prossima tornata elettorale sottolinea come l’ambiente sia ancora “il grande assente della politica cittadina”.
E questo, spiegano dal Coordinamento “nonostante Sulmona sia il baricentro del sistema dei Parchi della Regione Abruzzo” e la tematica ambientale sia collegata “alla salute del pianeta, all’assetto delle città, all’uso del territorio, alla nostra storia e alla nostra cultura”.
Concetti che la politica del capoluogo peligno non ha mai fatto propri come confermano le vicende che dagli anni ’90 in poi hanno segnato lo sviluppo economico e sociale del territorio. Vicende che Mario Pizzola sente il dovere di ricordare a chi, prossimamente, dovrà scegliere la futura compagine amministrativa della città. “Quando fu istituito il Parco nazionale della Maiella – ricorda Pizzola – l’iniziale perimetrazione prevedeva come confine la strada provinciale Morronese inglobando quindi l’intero Monte Morrone” eppure furono proprio gli amministratori di allora ad opporsi a tale proposta “diffondendo false informazioni secondo cui le attività della fascia pedemontana sarebbero state ingessate dalla presenza del Parco”. Con la conseguenza di far spostare il confine a metà montagna e se oggi, continua Pizzola, l’abbazia celestiniana è stata reinserita ed è diventata sede del Parco della Maiella è solo “grazie all’insistenza di due consiglieri comunali dell’epoca, Giorgio Di Benedetto e chi scrive queste note”. C’è anche l’inceneritore per rifiuti ospedalieri La Coccinella nell’elenco di Pizzola che ricorda come “il beneplacito dell’allora dirigenza del Nucleo industriale aveva permesso di ottenere l’autorizzazione per il suo insediamento a Santa Rufina”. A colmare l’assenza della politica in questo caso fu “la tenace opposizione di un gruppo di cittadini” che ne impedì la realizzazione. Gli stessi cittadini che con un’affollata assemblea pubblica a palazzo San Francesco bocciarono il progetto di Toto di realizzare a Case Pente una mega cava con il cementificio.
Impossibile non citare il Cogesa “la cui finalità di servizio è stata sostuita totalmente dalla logica aziendalistica e di mercato, aggravata da una gestione connotata da uno spinto clientelismo”. Un sistema che, va da sé, “non poteva che partorire nuove produzioni e attività inquinanti”, dal Css combustibile da rifiuti alla Get-energy “presentato come impianto per energia pulita ma che altro non è che un inceneritore mascherato”. Tutto questo in una città come Sulmona diventata, continua Pizzola, “una delle maggiori discariche d’Abruzzo” con il rischio di essere la “candidata ideale di un eventuale inceneritore regionale”. Dal Cogesa alla Snam che, aggiunge Pizzola, “aggiungerà inquinamento” a quello già prodotto dalla turbogas di Metaenergia “insediatasi senza che né l’amministrazione Di Piero né quella precedente della Casini muovessero un solo dito”.
Altro “capitolo amaro” della politica cittadina quello del verde pubblico passato, come spiegano dal Coordinamento, “dall’ambizione di un assessore uscente di piantare 20 mila alberi, uno per abitante” ad una città “in cui si sono viste all’opera solo motoseghe”; nella villa comunale “dove è dovuta intervenire la magistratura” come in piazza Garibaldi dove si è assistito ad un vero e proprio “arboricidio”. Forse, continua Pizzola, perché a Sulmona non esiste un ufficio dedicato alla cura del verde “nè un piano né un regolamentodel verde pubblico”. Una città dove il territorio “è stato abbandonato alla mercè degli interessi privati” come testimoniato dalla “incredibile vicenda di via Tratturo” dove, in una zona classificata Parco urbano e territoriale, è stato realizzato un edificio residenziale, “pagato con denaro pubblico”. Inutile ricordare che, “mentre da palazzo San Francesco giuravano che era tutto in regola” solo i sigilli della magistratura hanno bloccato lo scempio.
Resta una domanda, conlude Mario Pizzola dal Coordinamento per il clima fuori dal fossile: “Vorrà e saprà il nuovo sindaco invertire la rotta dei suoi predecessori che, nel campo della tutela dell’ambiente, hanno collezionato solo fallimenti?”.
Si parla di ambiente, benissimo, ma noi nel nostro piccolo cosa facciamo? Quale contributo diamo? Andiamo in giro con la bici oppure con un’auto euro 0?
Pizzola e’ ammirevole per il Suo impegno. Constato che non l’ascolta nessuno.
Evidentemente ormai ha superato ogni limite. Vuole imporre il suo.modo di vedere l’ambiente e le scelte politiche con addolora intolleranza per le idee diverse dalle sue. Non capisci perché debba chiedere una posizione in linea con la.sua ai candidati sindaci. Io se fosse non li citerei avendo una visione diversa.
Frechete che grammatica!
… i confini del Parco naz.le della Maiella si sono alzati per via della servitù militare del poligono di tiro delle Marane… che poi hanno lasciato chiudere la Caserma Cesare Battisti, con le conseguenze negative per l’economia locale che apportava, questo non interessa a nessuno.
Quanto ai meriti per l’inserimento dell’Abbazia all’interno del perimetro del Parco … è meglio desistere da ogni commento.