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Arriva l’assoluzione per l’ex amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, Maurizio Gentile, tra i sette imputati nel processo sul disastro ferroviario di Pioltello, avvenuto il 25 gennaio 2018. Un giorno nero per l’Italia e per i collegamenti ferroviari del Paese, per via del deragliamento del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, dove tre donne persero la vita e oltre 200 persone rimasero ferite, con strascichi e traumi psicologici tuttora difficili da cancellare.
Le accuse per Gentile, nato a Sulmona nel 1955, erano di quelle pesanti: disastro ferroviario colposo, omicidio colposo, lesioni colpose e “omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro”. Lui, come altri sei imputati, è stato assolto “per non aver commesso il fatto”, secondo la quinta penale del Tribunale di Milano, che si è espressa nel merito della vicenda questo pomeriggio. Alcune ipotesi sulle lesioni sono cadute per difetto di querela. La procura aveva chiesto per Gentile una condanna a 8 anni e 4 mesi.
Assolti anche Umberto Lebruto, all’epoca direttore della Direzione produzione di Rfi e oggi Amministratore delegato di FS Sistemi Urbani; Vincenzo Macello, attuale vicedirettore operations di Rfi e allora direttore della Direzione territoriale produzione di Milano, e Andrea Guerini. Assolta anche la società Rfi, mentre l’unico ad essere condannato è stato il dipendente, responsabile dell’unità manutentiva di Brescia, Marco Albanesi, che dovrà scontare una pena di 5 anni e 3 mesi. Si chiude così il processo in primo grado.
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