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La gravità della situazione Cogesa non deve essere molto chiara agli amministratori-soci, ovvero ai sindaci. Se è vero, come è vero, che la delibera della Corte dei Conti, che tra l’altro prospetta responsabilità erariali a loro carico, non ha suscitato un solo commento a distanza di quasi venti giorni. E ancora che 42 di loro su 67 non hanno avuto tempo o voglia, dopo oltre un anno dalla delibera passata all’unanimità in assemblea, di approvare in consiglio comunale il nuovo regolamento del controllo analogo per garantirne il funzionamento, condicio sine qua non – ha messo nero su bianco la Corte dei Conti – perché si possa procedere al rinnovo degli affidamenti diretti, ovvero alla sopravvivenza della società stessa.
La partecipata, due anni fa di questi tempi, al centro di una guerra senza confini (compresi quelli legali) tra destra e sinistra, è diventata ora come un corpo estraneo, di cui nessuno sembra curarsi, se non per piazzare gli ultimi scampoli di promesse di assunzioni e voti, in attesa di una lenta eutanasia.
Il disinteresse diffuso diventa così perdita totale del controllo, nonostante la società sia in stato di crisi, ovvero in ordine di esecuzione di una sentenza – perché di questo si tratta – per l’attuazione del piano di ristrutturazione del debito.
L’ultimo, incredibile esempio, si è consumato la scorsa settimana proprio in tribunale, quando in ben tre cause di lavoro, delle 53 in atto, il Cogesa non si è neanche costituito in giudizio.
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Una dimenticanza, forse, o altro: di certo un fatto che espone ad una più probabile sconfitta la società, perché non sostenuta nelle sue ragioni. Una “dimenticanza” di cui neanche l’amministratore unico Nicola Sposettti dice di essere a conoscenza: “Aprirò subito un’indagine interna per capire come sia potuto accadere e soprattutto perché sia accaduto che la società non si sia costituita in giudizio e perché io non sia stato informato – commenta -. Nelle prossime ore chiederò una relazione dettagliata su ogni singola vertenza, il suo stato di avanzamento e la situazione processuale”.
Lo studio legale Falasca incaricato di rappresentare il Cogesa in queste vertenze sindacali spiega di essere stato incaricato solo per 16/18 posizioni in tutto. Delle altre, al momento, neanche l’amministratore unico è in grado di dare contezza: se siano iniziate, se ci sia in atto una trattativa transattiva, se, come le tre della settimana scorsa, siano state “dimenticate”.
E non si tratta di spicci, perché è stato calcolato che le pretese avanzate dai dipendenti che chiedono il riconoscimento di mansioni superiori, vale, solo di pregresso, circa 600mila euro, a cui si andrebbero ad aggiungere, se vinte, nei prossimi anni, circa 1 milione di euro a regime in più di costo per il personale, che già oggi incide per quasi il 45% sul bilancio complessivo.
Il tutto con un piano di ristrutturazione omologato dal tribunale, che a dieci mesi di distanza è stato attuato solo in minima parte, anzi quasi per niente, come d’altronde avevano denunciato gli stessi advisor che lo avevano scritto in una relazione consegnata ai sindaci-soci nel settembre scorso.
Più passa il tempo e più non si fanno le azioni previste dal tribunale, più alto è il rischio che il piano fallisca e con esso Cogesa: a parte l’esigibilità dei crediti dei Comuni morosi (che vale ancora circa 6 milioni di euro), è fermo, per mancanza di soldi, il piano investimenti da cui dipende l’attivazione della linea Css che, a sua volta, era stata inserita come indispensabile per far sopravvivere la discarica di Noce Mattei fino al 2032 (anziché, di questo passo, fino al 2027), il che pone non solo un problema ambientale, ma anche economico, perché bisognerà contrarre il costo del post-mortem della discarica.
E poi le criticità sul credito per il Sud con l’Inps (1,2 milioni di euro), la ricapitalizzazione per 480mila euro che i giudici contabili hanno spiegato non possibile, l’ampliamento della ragione sociale, la riorganizzazione del personale mai fatta, l’assenza di un direttore non sostituito e le 53 vertenze sindacali aperte che, come visto, è come se non esistessero.
Oggi alle 15 il commissario straordinario ha convocato il controllo analogo per parlarne, messo che si riesca a raggiungere il numero legale e che i sindaci-soci riescano a capire la gravità della situazione. O anche solo capire.
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