Marelli: sindacati, azienda e Regione a confronto. Ipotesi sezione del centro ricerche a Sulmona

Mettere al sicuro i posti di lavoro con nuove commesse prodotte all’estero e traferire a Sulmona una sezione del centro ricerche di Torino. Tiziana Magnacca, Assessore alle Attività Produttive, ha proposto due interventi per salvare lo stabilimento “Marelli” di Sulmona. L’Assessora ha incontrato i sindacati, assieme alle Rsu aziendali e di confindustria, nel vertice di questa mattina a Pescara. Presente, dopo un periodo di latitanza, anche la stessa rappresentanza aziendale. Presenti all’incontro anche le due consigliere regionali del territorio: Marianna Scoccia e Maria Assunta Rossi.

Un incontro che, tanto per dare un’idea sui ritardi rispetto alla tabella di marcia, era stato richiesto dalle OO.SS. nell’aprile dello scorso anno. E di tempo da perdere ce n’è poco. Le condizioni in cui versano gli operai dello stabilimento peligno non lasciano margini d’attesa: tutti in regime di contratto di solidarietà fino al prossimo agosto. Una condizione che verosimilmente si protrarrà per altri dodici mesi, attingendo agli ammortizzatori sociali in deroga.

Marelli non si è discostata da quanto già annunciato nell’incontro nazionale di fine novembre 2024. Il piano, infatti, è lo stesso presentato due mesi fa: prosecuzione del ricorso agli ammortizzatori sociali con conferma di 147 esuberi. La commessa del Ducato rimane confermata fino al 2030. I dettagli sui volumi, però, non sono stati svelati. Prevista, inoltre, un’ulteriore contrazione delle lavorazioni per l’auto.

La centralità dell’impianto peligno resta. Marelli è pronta a cercare nuovi clienti, pure non celando le difficoltà di un settore che dovrà arrancare anche nel 2025.

I sindacati, dal canto loro, hanno chiesto chiarimenti rispetto alle lavorazioni non più eseguite nello stabilimento di Sulmona, ma oggetto di acquisto da fornitori esterni, nonché sul processo di insourcing messo in atto dal cliente ex Sevel che desta forte preoccupazione. Punti sui quali l’azienda ha dato risposte vaghe. A nulla è servita la pressione delle OO.SS. e della stessa Magnacca affinché si faccia ogni sforzo per riportare all’interno dello stabilimento le lavorazioni esternalizzate, al fine di ridurre gli esuberi.

Il tavolo regionale resta aperto, con una nuova convocazione nelle prossime settimane. La Regione ha dato disponibilità a Marelli per qualsiasi supporto economico e normativo, pur di mantenere l’occupazione sul territorio. Presto verrà avviata una nuova interlocuzione con Stellantis. Il gigante dell’automotive verrà convocato dalla Regione Abruzzo al prossimo tavolo.

“Una giornata che ritengo si possa definire proficua e positiva – spiega Magnacca – per due motivi è stato escluso lo spostamento della produzione dall’Abruzzo verso gli altri stabilimenti di Melfi e Rivalta. L’azienda ha riconoscere la professionalità delle maestranze abruzzesi con la qualità riconosciuta dal cliente e la centralità di Sulmona. Abbiamo avuto modo di confrontarci, in maniera serena e costruttiva, con l’azienda e i sindacati. E’ stato ribadito il ruolo vitale di Sulmona per l’economia e le famiglie della Valle Peligna”.

Parlano di distanza tra governo e regione gli esponenti Dem Michele Fina (senatore PD) e Pierpaolo Pietrucci (Consigliere regionale). “Negli ultimi mesi – spiegano – le vertenze della Marelli di Sulmona e della LFoundry di Avezzano hanno fatto registrare un importante aggravamento delle condizioni di crisi: ce ne siamo occupati assicurando presenza ai tavoli di crisi, nei luoghi istituzionali, al fianco dei sindacati, finanche davanti ai cancelli in occasione di scioperi e assemblee sindacali. Questa presenza ci ha consentito di verificare personalmente che, sebbene più volte sollecitati, Governo e Regione si sono mostrati troppo distanti, lontani dalle preoccupazioni legittime di lavoratrici e lavoratori”.

Gli stessi dem liquidano il summit odierno come “poco proficuo”: “La Regione ha dimostrato di non avere una chiara strategia di uscita dalla crisi. Abbiamo assistito ad una serie di richieste all’azienda su questioni già note e attenzionate da mesi, oggetto di timidi richiami alla proprietà, mentre ci saremmo aspettati risposte concrete e indicazioni di prospettiva sul futuro dello stabilimento peligno dopo mesi di incontri e riunioni. L’impressione è quella di un galleggiamento da parte del governo regionale, che interpreta il lavoro dei tavoli di crisi più come atto dovuto che come autentico strumento di risoluzione delle crisi. Una situazione non molto diversa da quella di Lfoundry, lo stabilimento specializzato nella produzione di semiconduttori sito ad Avezzano. Anche in questo caso il ruolo della Regione, dopo un primo illusorio slancio di disponibilità, ha dimostrato tutta l’inconsistenza di un mancato protagonismo senza il quale la vertenza rischia di tornare al punto di partenza”.

Poi la richiesta alla sottosegretaria Bergamotto di riconvocare il tavolo presso il MIMIT. “Serve un aggiornamento dopo le novità internazionali, in particolare gli annunciati dazi del Presidente Trump nonché una nuova richiesta di presentazione del piano industriale all’azienda che, grazie all’accordo, alle risorse pubbliche che saranno impiegate e alle rinunce dei lavoratori, guadagnerà molto di più di quanto avrebbe risparmiato con gli annunciati licenziamenti. Di fronte a questo quadro, che ovviamente coinvolge anche altre crisi del lavoro in ambito provinciale e regionale, esprimiamo tutta la nostra preoccupazione e chiediamo che il Governo nazionale e la Regione assumano immediate azioni come richiesto dal sindacato in tutte le sedi e in risposta alle crescenti preoccupazioni dei lavoratori. Annunciamo, ancora una volta, che ci faremo promotori nei prossimi giorni di iniziative in Consiglio regionale e in Parlamento per pretendere e sollecitare tali azioni che solo le Istituzioni competenti possono e devono assicurare”.

2 Commenti su "Marelli: sindacati, azienda e Regione a confronto. Ipotesi sezione del centro ricerche a Sulmona"

  1. Chi conta di più | 29 Gennaio 2025 at 17:58 | Rispondi

    Di facce se ne sono viste tante di ogni colore politico… adesso vediamo quanto contiamo sui tavoli istituzionali.

  2. Da quanto è caduta l’amministrazione comunale è un proliferare di interventi ed interessi per la comunità cittadina che non ha pari in altri periodi.
    Ma è la sete di voti che lo impone, e la visibilità come i falsi like drogano il cervello e il cuore dell’elettorato.
    Poi tornerà tutto nel dormitorio in cui viviamo da 25 anni e oltre… perché così ci “vogliono” e così gli “serviamo”.
    Stavolta facciamoci più di un esame di coscienza stavolta.
    Basta con gli “egoismi perdenti”, ragioniamo con il cuore e con il cervello, per migliorare e garantire il futuro dei nostri figli e non per esserne i carnefici.

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