Tre etti di fumo, tra prosciutto e mortadella. Una spesa da bancone, insomma, quella scoperta ieri nel carcere di Sulmona, dove gli agenti di polizia penitenziaria hanno rinvenuto durante un controllo di routine trecento grammi di hashish, nascosti tra gli affettati e le derrate alimentari nelle celle.
Quanto basta per “mettere a dieta” i detenuti, con la segnalazione fatta alla procura della Repubblica di Sulmona e la merce sequestrata.
Gli ospiti di via Lamaccio, insomma, dovranno accontentarsi di snack meno “stupefacenti”, almeno per il momento. Perché la droga, dietro le sbarre, non conosce limiti e fantasie di ingresso: con i droni o nascosta nei pacchi familiari, perfino nei biglietti di auguri di Natale, come nelle scorse settimane quando vennero trovati tra i bigliettini di auguri una decina di grammi di cocaina.
Ieri durante il giuramento solenne dei nuovi baschi blu, si è sottolineata la professionalizzazione nell’addestramento del Corpo: chiamato a simulare gestione di rivolte e delle emergenze.
Per la tecnica del “pizzicagnolo” ci si sta attrezzando.
Bene per averla trovata… ma, mi chiedo, come entra?