Spifferi a teatro: l’efficientamento (poco) energetico del “Caniglia”

I lavori di efficientamento energetico, terminati (in ritardo) in fretta e furia lo scorso autunno, hanno regalato un Teatro “Caniglia” con un termometro poco generoso in platea. La polemica sulle basse temperature a metà spettacolo corre sui social e tra il velluto rosso, con gli spettatori che lamentano spifferi e freddo. Un problema che nulla ha a che fare con chi sul palco del “Caniglia” ci lavora, come la Camerata Musicale Sulmonese oppure Meta APS che cura la stagione di prosa ovidiana.

Il cambio della caldaia, che assieme ai nuovi infissi è venuto a costare 400.000 provenienti dal Pnrr, ha giovato poco o nulla. Perché se il motore è di quelli buoni, lo stesso non si può dire dei termosifoni, antichi per non dire antiquati, che non riescono a performare in modo adeguato. Il gelo, poi, scende in platea a metà spettacolo, quando le porte dei palchetti vengono chiuse e, di conseguenza, viene a mancare il calore proveniente dai corridoi. Già, perché in sala di termosifoni e di caloriferi non c’è l’ombra. E di soluzioni alternative, prima e durante i lavori, non ne sono state trovate. Nemmeno, ad esempio, il poter sfruttare lo spazio riservato all’orchestra per installare dei condizionatori “silenziosi” da accendere durante la stagione.

Un progetto di efficientamento energetico che lascia il cappotto addosso ai sulmonesi seduti ai piedi del palcoscenico, dove l’aria che tira non è di certo più calda. E questo con il rischio di far saltare spettacoli e performance degli attori, che sul palco salgono al massimo con una maschera e non con sciarpe e guanti.

1 Commento su "Spifferi a teatro: l’efficientamento (poco) energetico del “Caniglia”"

  1. Il progetto da chi è stato redatto? E soprattutto da chi è stato approvato e successivamente collaudato?

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