Carcere, Nardella: “Presidio sanitario al collasso con il nuovo padiglione”

Promette di scrivere al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e all’assessora regionale alla Sanità Nicoletta Verì “affinché prendano urgentemente in mano la situazione” e non si rendano responsabili di ciò che potrebbe accadere nel carcere di Sulmona con l’apertura del nuovo padiglione. E’ il vice segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Mauro Nardella che sull’istituto penitenziario peligno invita a “stare attenti” se non si vuole correre il rischio di “altre notizie nefaste dal fronte carcerario”. Anche dal punto di vista sanitario.

“Si è tanto parlato degli organici e della logistica” continua Nardella ricordando che sono “ben 100 gli agenti in meno in una struttura privata dei fondamenti legittimanti a renderla regolamentare secondo i dettami dell’ordinamento penitenziario”, ma non altrettanto si è parlato di “ciò che ruota attorno all’elemento sanitario”. Quello del presidio penitenziario sulmonese che, spiega lo stesso Nardella, “è già al limite della sopportazione, costretto a fare miracoli per via di un organico non sufficiente a soddisfare l’esigenza dei tantissimi detenuti presenti nella struttura, molti dei quali con gravi patologie e non sempre circoscritte alla tarda età”. Una situazione che l’apertura del nuovo padiglione rischia di aggravare ulteriormente con l’arrivo di 200 detenuti in aggiunta i 450 già presenti nella struttura.
“Se qualcosa non accadrà in tema di rinforzo di organici ci ritroveremo di fronte ad un autentico disastro” continua il vice segretario generale SPP per il quale oltre all’area sanitaria interna occorre adeguare anche l’ospedale cittadino oggi “incapace di reggere i ritmi di un carcere così importante”.

Preoccupazioni che Nardella esporrà al presidente Marsilio e all’assessora Verì con la speranza di un loro interessamento alla vicenda per la quale “ci si dovrà e subito muovere”. Prima di tutto rinforzando la sanità interna del carcere senza sottovalutare la logistica esterna, quella legata all’ospedale civile di Pescara per il quale, ricorda Nardella, “si resta ancora in attesa circa segnali provenienti dal fronte del presidio penitenziario di quell’ospedale dove insiste un reparto capace di soddisfare i piantonamenti ospedalieri di tutta la regione Abruzzo”.

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