Partiranno lunedì 13 gennaio i lavori di restauro dell’arco di Porta Napoli. Una bella notizia per Sulmona che tornerà a godere della rinnovata bellezza di uno dei monumenti simbolo della città. Non prima del 14 agosto 2025 come si legge nell’ordinanza del comandante di polizia locale dello scorso 7 gennaio che per l’intero periodo dei lavori istituisce il divieto di circolazione stradale e di transito “dall’intersezione con piazza Plebiscito all’intersezione con piazza Vittorio Veneto”.
A rendere necessaria la chiusura al traffico che varrà dalle ore 8 del 13 gennaio alle ore 8 del 14 agosto, la richiesta di occupazione di suolo pubblico da parte della ditta esecutrice dei lavori, la PA.ART Srl di Gessopalena (CH) che per l’esecuzione dei lavori appaltati dovrà occupare l’intera zona circostante l’arco di Porta Napoli con ponteggi, box per cantieri e recinzioni. Emanata per “motivi di viabilità e sicurezza della circolazione” l’ordinanza firmata dal comandante Domenico Giannetta è però destinata a modificare la vivibilità di una parte del centro storico, non solo per gli automobilisti. Ma anche e soprattutto per chi nella zona ci lavora come i titolari di attività commerciali che da lunedì prossimo saranno costretti ad adeguarsi alle nuove disposizioni. A differenza dei residenti del centro storico titolari di autorizzazione alla circolazione e sosta all’interno della ZTL che potranno transitare così come previsto per altre categorie di utenti, da coloro che hanno disponibilità di garage nella stessa zona, ai proprietari di veicoli muniti di contrassegno per disabili, ai mezzi di artigiani per interventi urgenti, ai veicoli adibiti a carico e scarico merci, a quelli di medici per visite domiciliari fino ai mezzi “di interesse comune” come quelli della ASL, delle forze di polizia e per la raccolta di rifiuti.
“A Sulmona si prendono decisioni senza considerare le esigenze e le necessità delle persone che lavorano” esordisce il titolare di una attività a pochi passi dall’arco di Porta Napoli; “potevano pensare ad una soluzione diversa che non penalizzasse ancora di più questa parte di corso”. Un’ordinanza che ha risvegliato gli antichi malumori di chi da sempre si sente “discriminato” rispetto agli esercenti della parte nord di corso Ovidio e che considera la imminente chiusura al traffico come una misura ingiusta. “Potevano pensare di chiudere solo la parte finale del corso e permettere ai veicoli di girare in via Santa Lucia oppure prevedere lavori in fasi diverse così da permettere il passaggio dal lato dell’arco libero dai ponteggi” afferma un commerciante che unisce la propria voce al coro di “proteste”.
E poi c’è chi, in cambio degli inevitabili disagi che deriveranno, sente di avanzare una proposta all’amministrazione comunale: “Per il periodo dei lavori il Comune potrebbe concedere l’occupazione di suolo pubblico per permettere a noi commercianti di attirare clientela” e recuperare quella che si perderà con la chiusura al traffico perché, si sa, “la gente preferisce spostarsi in macchina e se qui non si può passare, va a comprare ai centri commerciali”. Un discorso che qualcuno è addirittura stanco di riprendere perché già tante volte affrontato con le amministrazioni del passato senza ottenere però alcun risultato. “In passato chiedemmo di consentire il passaggio delle auto fino alle 17 – ricorda Vincenzo Di Mascio storico titolare della gioielleria Bulova – e di pedonalizzarlo nel pomeriggio. Poteva essere una soluzione per questa parte di corso Ovidio sempre più abbandonata”. Parole di sconforto quelle di Di Mascio, da cinquant’anni nel commercio di orologi e pietre preziose che dopo aver girato “tutto il mondo” ha scelto di tornare in Italia. “Anche io ho pensato di chiudere – ammette Di Mascio – perché si fa fatica ad andare avanti. Anche perché Sulmona non è quella città turistica che professa di essere”. Per fare turismo infatti, spiega Di Mascio “non bastano le bellezze architettoniche che a Sulmona non mancano ma bisogna capire quali sono le decisioni migliori da prendere nell’interesse di tutti”.
Dalla delusione di chi non spera quasi più in un cambiamento alla rabbia di chi invece non accetta di vivere una situazione che con la recente ordinanza rischia solo di peggiorare. “Solo chiacchiere dagli uffici di palazzo San Francesco che per rivitalizzare questa parte del corso non ha mai fatto nulla”. Eppure di proposte ce ne sarebbero tante come quella di portare qui l’Ufficio turistico così da spostare anche il flusso di turisti e visitatori in questa parte di corso oppure quella di “prevedere navette che lascino i pedoni anche a Porta Napoli e non solo alla villa”. Ma al di là delle tante idee che i commercianti non esitano ad esporre, resta l’amarezza per non essere stati consultati dall’amministrazione prima di prendere una decisione. “Io nemmeno sapevo dell’ordinanza – confessa una giovane commerciante – l’ho appreso dalla pagina Facebook del Comune e sinceramente non sono d’accordo con la misura adottata”. Pochi coloro che non vedono l’ordinanza come un atto imposto e che invece invocano la totale pedonalizzazione del corso, “ma di tutto corso Ovidio, non solo di una parte perché altrimenti si torna a discriminare”. Perché alla fine è evidente che la questione è tutta lì, nella visione di un corso diviso a metà, con la parte nord dove si passeggia e si svolgono le manifestazioni e la parte sud dove “a piedi non ci si arriva e con la macchina si può andare solo negli orari esclusi dalla ZTL”
In attesa di vedere l’arco di Porta Napoli tornare al suo antico splendore ai sulmonesi non resta adeguarsi a quanto previsto dall’ordinanza con la speranza che, non potendo transitare con la macchina, qualcuno decida di andare a piedi per godersi una parte di corso Ovidio troppo spesso dimenticata.
Intanto questa chiusura temporanea del corso serve a migliorare le condizioni dell’arco di Porta Napoli e della zona circostante di cui beneficeranno proprio le attività limitrofe perchè potrebbe essere un primo passo per riqualificare la zona sud del corso.Piuttosto sarebbe ora che i proprietari di alcuni locali commerciali di quella zona si rendessero conto delle condizioni a dir poco scandalose in cui versano le loro vetrine,o quel che rimane di esse tra sporcizia e degrado.Dovrebbero essere multati per l’omissione di manutenzione a scapito del decoro urbano.
e sentiamo i sapientoni dei commercianti quale alternativa propongono.non gli va bene mai niente adesso per fare dei lavori pubblici dobbiamo avere il loro benestare.
Sulmona da città della sapienza e della cultura alla città della saccenza e della lamentosa ignoranza….
vorrei vedere voi illustri commentatori e sapientoni dietro una scrivania se vi togliessero solo l’1% del vs stipendio