Meno quarantotto ore alla prima udienza in merito all’uccisione dell’orsa Amarena, freddata a fucilate il 31 agosto 2023. Lunedì 23 dicembre, in merito al procedimento penale contro Andrea Leombruni, davanti al Gup di Avezzano comparirà Appennino Ecosistema. L’associazione, già parte offesa, proporrà di costituirsi come parte civile, in quanto membro della Global Alliance for the Rights of Nature, alleanza di esperti e istituzioni che da anni si impegna a far riconoscere i diritti della natura come soggetto giuridico
Per questo motivo, Appennino Ecosistema si propone come tutore degli interessi dell’ecosistema della dorsale. L’associazione chiederà di procedere penalmente contro il responsabile dell’uccisione dell’orsa Amarena. Da quanto trapela, Appennino Ecosistema chiederà il procedimento anche per il reato di uccisione di specie selvatiche animali protette e di inquinamento ambientale, in quanto l’uccisione dell’orsa avrebbe compromesso in modo significativo l’ecosistema e la biodiversità.
“L’uccisione di una femmina di orso bruno marsicano – spiega il presidente dell’Associazione, Bruno Petriccione -, entità biologica gravemente minacciata di estinzione e per questo tutelata in modo prioritario a livello nazionale, europeo e mondiale, costituisce certamente una gravissima minaccia ed un grave danno concreto alle possibilità di sopravvivenza dell’orso bruno marsicano(decurtando la sua già esigua popolazione del 5%) e quindi un grave danno al suo habitat, all’ecosistema del quale è parte fondamentale ed in generale alla biodiversità di tutti gli Appennini Centrali. I nuovi gravi reati di delitto ambientale citati sono stati introdotti solo nel 2015 nel nostro ordinamento giuridico a seguito della paventata apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia, da parte della Commissione Europea, per l’insufficienza delle norme penali italiane poste a tutela dell’enorme patrimonio di biodiversità dell’UE, successivamente alla precedente uccisione volontaria di un orso bruno marsicano, rimasta impunita, avvenuta a Pettorano sul Gizio nel 2014. Porre allo stesso livello l’offensività dell’uccisione di un orso bruno marsicano e quella di una gallina sarebbe un assurdo giuridico, oltre che una gravissima offesa a tutti i cittadini onesti e rispettosi della fauna e della flora selvatiche, che continuano a sforzarsi di far parte di comunità umane in equilibrio con tutte le altre componenti dell’ecosistema”.
Le associazioni animaliste e ambientaliste, insieme al Parco nazionale d’Abruzzo, alla Regione e al Comune di San Benedetto dei Marsi saranno presenti in aula come parte offesa, “per garantire che la verità emerga e che chi ha commesso un simile reato paghi le conseguenze del suo gesto criminale”, si legge nella nota dell’associazione “Animalisti Italiani”.
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