La passeggiata di salute

Quella prevista questa mattina da piazza Tresca a palazzo San Francesco, non sarà una passeggiata di salute. Né solo una protesta per una vertenza sindacale. Perché dietro e insieme al corteo degli operai della Magneti Marelli, c’è la consapevolezza, dopo tanto e troppo silenzio, di un tessuto economico e sociale che rischia di sgretolarsi con la chiusura o il ridimensionamento della più grande, e in sostanza l’unica, fabbrica rimasta in Valle Peligna.

E’ un’occasione, anche, sotto le luci di Natale e i selfie davanti agli addobbi, per ricordarsi che la riapertura del liceo classico (prevista domani), che occupa gran parte dei sogni e dei pensieri dell’assessore comunale al Lavoro, non è certo la panacea di tutti i mali. Che, qui, non si può vivere di nostalgie borghesi o solo di turismo. Che la città, il territorio, hanno estremo e urgente bisogno di ritrovare una vocazione produttiva.

L’età media, alta, dei dipendenti della Marelli, infatti, segna in modo più evidente una deriva che sta approdando all’ultima spiaggia. Più di quanto siano il piano esuberi da 147 unità previsto per il 2025 e il contratto di solidarietà che si prolungherà verosimilmente fino all’estate 2026. Non saranno gli ammortizzatori sociali che accompagnano i lavoratori alla pensione, come fu per la Finmek e tante altre fabbriche, a risolvere e risollevare un territorio dove da troppo tempo non si parla più di lavoro.

Oggi nel consiglio comunale straordinario convocato a Sulmona e dove sono invitati i sindaci, i consiglieri regionali e i parlamentari del territorio, tornerà la formula magica dell’area di crisi: uno status di cui si è sentito parlare l’ultima volta una ventina di anni fa, quando, grazie a quella classificazione, si affacciarono oltre una decina di aziende sull’uscio dei capannoni deserti del nostro nucleo industriale. Poi tutto si fermò e le aziende, anche quelle che c’erano, scomparvero pian piano. Nessuno le trattenne.

Il problema è sì la Marelli, ma non solo la Marelli: il “Piano Italia” annunciato da Stellantis prevede investimenti per 6 miliardi di euro nell’indotto e si spera di poter intercettare una parte di questi soldi per ammodernare uno stabilimento che, come i suoi dipendenti, è invecchiato e non si rinnova. Un ruolo si spera di recitarlo nella produzione di “Van” che Stellantis ha riservato ad Atessa e auspici, più che speranze, si aggrappano a nuove piattaforme produttive in grado di trovare commesse nel settore dell’elettrico.

La scommessa, però, deve puntare più in alto: deve rimettere la Valle Peligna al centro del dibattito della strategia industriale della regione. Deve avere l’ambizione di puntare, magari con il riconoscimento dell’area di crisi, ad attrarre nuovi insediamenti produttivi. Che non siano, o non siano solo, una ruota panoramica in piazza Garibaldi.

4 Commenti su "La passeggiata di salute"

  1. La società sta andando in frantumi …
    Colpa di governi che non hanno saputo cogliere subito
    L’opportunità …perché di questo si tratta di opportunità , della transizione energetica !
    Mentre in Cina e in America sorgevano e finanziavano colossi del motore elettrico ed energa
    Rinnovabile .
    Qui in Italia avevamo Salvini e rete 4 che ci facevano credere che il motore elettrico era una bufala !
    Abbiamo il peggior governo dal dopoguerra ad oggi .
    Gli unici ad averlo capito che vi piaccia o no sono stati i 5 stelle che criticano tanto .

    • Il conte tacchia | 20 Dicembre 2024 at 07:43 | Rispondi

      Avete fatto più danni in 3 anni di governo che 5 della seconda guerra mondiale

      • EPPURE IN DEFAULT CI HANNO MANDATO PROPRIO LORO OGGI CHE GOVERNANO GOVERNO MONTI 2011 MAGGIORANZA DI DESTRA ITALIA DEFAULT SPRED AD OLTRE 500 CARNEFICINA SOCIALE RIFORMA FORNERO ECC ECC EPPURE CONTINUATE A FARE FINTA DI NIENTE PURE DIFORNTE A TUTTI QUEI IMPRENDITORI CHE SI TOLSERO LA VITA A CAUSA DELLA PESANTE CRISI CREATA DAIVOSTRI IDOLI

  2. Spero che tutta Sulmona partecipi al corteo

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