Senza soldi e al gelo: le palestre della Serafini-Di Stefano da reinventare

Studenti al freddo o costretti a non fare proprio lezione, quella di educazione fisica o scienze motorie e sportive che dir si voglia. Alla scuola Serafini-Di Stefano si spera ora in un regalo di Babbo Natale che finora ha portato in realtà solo il gelo. Gli studenti della primaria e della media, infatti, da giorni sono costretti non solo al trasferimento quotidiano da un istituto all’altro, ma anche a sopportare le temperature basse perché il Comune non accende in tempo l’impianto. Tant’è che in molti hanno deciso proprio di non fare attività.

Un calvario che si spera sia destinato a finire o comunque ad essere alleviato: dopo aver ricevuto il niet dall’Usrc di Fossa per finanziare il completamento delle palestre Serafini, infatti, il Comune ha deciso di cambiare strategia.

Una delle due palestre di via Volta, infatti, sarà sgomberata, in modo da concentrare solo su una di esse la destinazione a “magazzino”. Per fare posto alle aule, dopo le criticità sulla vulnerabilità sismica della scuola emerse nel 2016 (e che costrinsero a chiudere i piani superiori), infatti, le palestre erano state trasformate in spazi didattici, diventati poi poco più che ripostigli. Due anni fa, poi, con la riconsegna dei lavori della scuola, le aule sono tornate a disposizione, anche oltre il necessario, tanto che la media ospita oggi anche la primaria Di Stefano (sfrattata a sua volta in attesa di lavori).

Le palestre, invece, no: ancora occupate da tramezzi e arredi, sono ad oggi ancora inaccessibili, tant’è che gli studenti dovrebbero utilizzare, temperature permettendo, la palestra della Lola Di Stefano che si trova al di là della villa comunale.

“Stanno procedendo in questi giorni a fare l’inventario della roba che c’è nelle palestre – spiega l’assessora Ilenia Rico – purtroppo da Fossa ci hanno detto che i fondi Cipe non sono per le palestre e di conseguenza si dovrà riadattare una delle due palestre spostando la merce in un solo spazio. Strutturalmente sono idonee, anche se con i fondi che avevamo richiesto volevamo rifare la pavimentazione che nel frattempo si è rovinata”.

Una palestra da condividere, comunque, perché prima che la primaria Di Stefano torni nella sua sede madre ci vorrà del tempo: le autorizzazioni ai lavori sono in parte da rifare e, soprattutto, i 2 milioni di euro stanziati quasi dieci anni fa non sono più sufficienti a coprire gli interventi.

La solita storia, insomma, e una lezione che il Comune non impara mai.

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