Si batte la via del dialogo per la salvaguardia dell’impianto Marelli di Sulmona, con un documento presentato dalla vicepresidente del Consiglio regionale, Marianna Scoccia, per la creazione di un tavolo istituzionale a tutela dei lavoratori. Un documento senza colori politici, sostenuto dall’esponente di Noi Moderati, dalle colleghe Antonietta La Porta e Maria Assunta Rossi, e sottoscritto dalle Rsu e dai parlamentari Guido Lirisi (FdI) e Michele Fina (PD). La richiesta di un tavolo istituzionale è stata avanzata oggi, nella riunione dei Capigruppo consiliari. Un summit con audizione dei sindacati, rispettive RSU e dei parlamentari abruzzesi, meloniani e dem.
“Per la Regione la tutela della Magneti Marelli, una delle realtà produttive più importanti del centro Abruzzo, è una priorità – argomenta Marianna Scoccia -. Vogliamo sollecitare un’azione forte e tempestiva di tutte le forze politiche, puntando a una strategia articolata tesa alla salvaguardia dei posti di lavoro, al rilancio dello stabilimento e alla difesa dell’intero tessuto produttivo della provincia dell’Aquila. Con il documento abbiamo chiesto un tavolo con le istituzioni locali regionali e nazionali, Stellantis, i sindacati, le rappresentanze dei lavoratori al fine di definire un piano di rilancio dello stabilimento peligno”. Ora è necessario capire se il posto a capotavola, riservato a Stellantis, resterà vuoto o se ci si siederà quantomeno a discutere delle tute-blu che venerdì 20 dicembre manifesteranno a Sulmona.
“Esprimo soddisfazione per la riunione proficua – conclude Scoccia -, in cui è emerso che, come specificato dal deputato Guido Liris, non c’è lo stato di crisi, ma di allerta, garantendone disponibilità di intervento di parlamentari e sottosegretari abruzzesi, con i quali siamo in costante contatto, al fine di individuare la soluzione per garantire un futuro di crescita”.
“Ho partecipato alla conferenza dei capigruppo per esprimere tutta la mia preoccupazione per la sorte di lavoratrici e lavoratori e il mio sostegno istituzionale per la migliore soluzione della vertenza – spiega Michele Fina, a margine della conferenza di questa mattina presso l’Emiciclo -. Seguo sin dall’inizio del mio mandato parlamentare la vicenda e siamo di fronte ad una escalation negativa: prima i contratti di solidarietà, poi gli esuberi che passano da 85 a 147, poi ancora le produzioni che vengono internalizzate dalla Sevel, unico committente, di fatto, dello stabilimento di Sulmona. Di fronte a questo scenario, aggravato anche dalla vertenza dei lavoratori che si occupano delle pulizie, non possiamo che raccogliere il richiamo del sindacato e assicurare tutta la nostra vicinanza: esprimo dunque la mia adesione formale al corteo in programma per il prossimo 20 dicembre a Sulmona oltreché la mia presenza al Consiglio comunale straordinario. Con lo stesso spirito anche la Regione deve assicurare vicinanza ai lavoratori e alle lavoratrici: serve un tavolo specifico, legato a quello dell’automotive, che possa immaginare percorsi di uscita dalla crisi e stabilire sinergie con il Governo per una soluzione di sistema. Senza un protagonismo vero della Giunta regionale, capace di richiamare anche l’attenzione del Ministro, rischiamo di perdere una storica presenza industriale del nostro territorio, come giustamente evidenziato nel suo intervento dal Consigliere Luciano D’Amico a nome del Patto per l’Abruzzo”.
Da Roma, intanto, la Fiom rivendica un cambiamento concreto da parte di Stellantis. Il sindacato ha incontrato l’azienda presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Abbattimento della cassa integrazione e aumentando il lavoro con missioni produttive per tutti gli impianti sono le due richieste inoltrate al colosso dell’automotive. Il responsabile dell’Europa di Stellantis, Jean-Philippe Imparato ha ribadito la centralità dell’Italia, non nascondendo che il 2025 sarà un anno molto duro in termini di utilizzo degli ammortizzatori sociali. I volumi produttivi saranno analoghi a quelli di quest’anno. Una previsione di crescita sarà ipotizzabile non prima del 2026.
“La centralità dell’Italia deve essere un fatto concreto – tuona la Fiom -: investimenti in ricerca, sviluppo e missioni produttive per tutti gli impianti e le aziende dell’indotto. La decisione del Governo con la conferma del taglio al fondo automotive è inaccettabile. C’è bisogno di un fondo straordinario per mettere a disposizione della filiera automotive, risorse molto importanti fin dal 2025”.
Tra le principali novità è stata annunciata l’assegnazione della piattaforma Small a Pomigliano da cui potranno scaturire due nuovi modelli e una nuova versione della “Pandina”. Su Melfi, oltre a quanto già annunciato, verranno introdotte le versioni ibride per DS7 e Gamma. Su Cassino possibili versioni ibride di Giulia e Stelvio oltre ad un possibile nuovo modello di alta gamma dal 2027. Ad Atessa sarà avviata una produzione di elettrico da fine 2024 e dal 2027 una nuova versione di Largo Van. Su Mirafiori, invece, l’introduzione già annunciata della 500 ibrida da fine 2025 e la nuova gamma della 500 dal 2030 non sono rassicuranti. Non ci saranno le condizioni di una saturazione per l’intero stabilimento. Per la Fiom-Cgil quello di oggi è un primo confronto di ripartenza.
“Avremo un periodo non particolarmente semplice nei prossimi anni – dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità -, è necessario ricostruire rapporti di lealtà e fiducia con le lavoratrici e i lavoratori. Se siamo consapevoli del momento di difficoltà servono le risorse necessarie da parte del Governo. La nostra mobilitazione continuerà verso il governo e l’Unione europea, che dovrà prevedere un pacchetto straordinario di risorse per garantire i livelli occupazionali, la produzione e la rigenerazione dell’occupazione. È ora che a Palazzo Chigi siano convocate imprese e sindacati”.
Non capisco il senso dell invito a stellantis se non per il fatto di essere l unico cliente dell impianto di Sulmona. Il proprietario dello stabilimento “Sulmona plant” è una holding Giapponese a sua volta controllata dalla statunitense KKR, fondo di investimento con numeri da capogiro. È alla proprietà che bisogna chiedere conto dei piani futuri. Ma si sa qual’e’ la stella polare che guida i giapponesi e gli americani….solo il profitto ed anche nell’ immediato
Si sì ! Come per il tribunale, per l’alta velocità che taglia fuori sulmona , per altre aziende chiuse …