E’ una settimana calda quella che scorre si binari abruzzesi della Pescara-Roma e del suo raddoppio. L’ultimo atto arriva dal fronte Marsicano, quasi a riequilibrare le polemiche della costa, con il consigliere regionale Di Marco che negli ultimi giorni ha esternato più di un dubbio sull’intersezione peligna, e con gli ambientalisti contro il traforo del monte Morrone.
Ieri mattina, nella Commissione vigilanza del Consiglio regionale dell’Abruzzo, è emerso che il Sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, dopo aver avviato un “tavolo di monitoraggio” sulla velocizzazione della ferrovia Avezzano-Roma, si è completamente affidato al Commissario dell’opera Vincenzo Macello per il prosieguo dell’iter dopo lo “scippo” dei fondi ad opera del Governo Meloni.
Un’affermazione che ha innescato gli esponenti del Movimento 5 Stelle. “Di Pangrazio – scrive il Capogruppo in Regione, Francesco Taglieri – ha dichiarato di non aver mantenuto la promessa di controllare l’andamento dell’opera e di sollecitarne la realizzazione attraverso quel “tavolo” che nel clima pre-elettorale dello scorso anno, lui stesso aveva indicato come strumento risolutivo nelle mani delle comunità marsicane”.
“Forse è per questo motivo . aggiunge il Rappresentante del Gruppo territoriale del Movimento 5 Stelle Massimo De Maio – che il Sindaco di Avezzano non si è accorto che l’opera è rimasta ferma a due anni fa e che l’attuale progettazione non consente di ottenere i finanziamenti necessari per aprire, finalmente, i cantieri. Se non avessimo sollevato il caso qualche giorno fa, probabilmente non avremmo neanche avuto la disponibilità del Comune di Avezzano a “riprendere il percorso”.
“L’immobilismo che la politica locale ha dimostrato fino ad oggi, ha danneggiato la Marsica – aggiunge Taglieri – in quanto è stata tenuta ferma un’opera inserita dal Governo del Presidente Conte tra quelle strategiche per l’Italia e che è stata successivamente definanziata dalla coppia Meloni-Salvini. Poiché ci sono procedure amministrative che non possono essere ignorate e che hanno tempi lunghi, due anni sono stati persi e non potranno più essere recuperati. Per non perdere altro tempo prezioso, è necessario che Governo Meloni e Giunta Marsilio diano indicazione a RFI di portare il progetto di velocizzazione della linea ferroviaria da Avezzano a Roma dall’attuale livello di “Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali” ad un livello di progettazione che consenta di ottenere i finanziamenti e far partire i lavori. Senza questo passaggio, il centrodestra continuerà a tentare di giustificare l’assenza di soldi con la scusa della mancanza di un progetto definitivo. Il Sindaco Di Pangrazio, se vuole veramente fare gli interessi della sua comunità, deve agire per togliere questo alibi a Marsilio, Meloni e Salvini”.
“Nell’attesa che la Politica locale si svegli e “riprenda il percorso” che dovrebbe portare a potenziare e velocizzare la ferrovia che collega la Marsica alla Capitale”, conclude De Maio, “manifestiamo ancora una volta la nostra solidarietà ai pendolari marsicani che pagano il prezzo più alto, anche in termini di ritardi, guasti e cancellazioni, dell’incapacità del centrodestra di garantire un trasporto pubblico degno di un Paese civile”.
Nel frattempo a Sulmona continua il silenzio del Sindaco e del PD di cui Di Marco fa parte
Un flagello tremendo per l’Italia, Sarebbe da mandare casa tutti per i disastri che combinano questi incompetenti. Non si comprende non solo l’utilità della cattedrale nel deserto tra Reggio e Messina che si è ipotizzato uno sbandato di Salvini, ma oltre stanno spendendo miliardi per una TAV Bari-Napoli con un tunnel Hirpinia da 27 Km, dove non si comprende bene per quale motivo economico da Bari si dovrebbero recare a Napoli a così alta velocità. L’interesse economico per i prodotti del sole pugliese è principalmente il Nord-Europa e la TAV che occorre alle Puglie è verso il Brennero o verso il Frejus. Lo stesso la priorità TAV sarebbe la asta diretta da Pescara a Ceprano passando per Anversa senza raggio di sterzata, proprio in relazione al nord-
Europa ed alle merci di esportazione che debbono andare nei porti. Di più, ed è anche importante, si crea una circonvallazione TAV intorno a Roma, dove in caso di guasti della direttissima Roma-Milano (dove c’è maggiore utenza) non si interrompe il servizio ma soltanto con un ora di ritardo si dirotta il traffico sulla TAV adriatica passando per Pescara (o viceversa). Il ponte di Messina così come viene proposto oggi è un fungo in mezzo al nulla, perché i grandi lavori europei si stanno facendo al Nord e dovrebbero completarsi con i logici collegamenti verso i mercati e verso i porti.
Avezzano, Opi, sono mondi a parte e parlano per quello che vedono.