“Una campagna di disinformazione che ormai sconfina nel grottesco” quella che il Partito Democratico starebbe portando avanti sulle conseguenze dell’opera di velocizzazione della ferrovia Roma-Pescara. Non usa mezzi termini il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio per rispondere alla “strategia bugiarda e mistificatoria” del PD arrivato a sostenere che il progetto metterebbe a rischio tre stazioni, tra le quali quella di Tocco da Casauria. “Il mio paese di origine – continua Marsilio – dove la stazione è chiusa da almeno trent’anni e i cittadini sono costretti ad usare abitualmente quella di Torre de’ Passeri, distante 5 km dal centro del paese”. Una strategia quella del Partito Democratico che “pur di spaventare i cittadini racconta ogni male e ogni nefasta conseguenza” di un progetto pensato per portare “solo crescita economica, sociale e culturale” accorciando le distanze e tempi di percorrenza. Grazie, spiega Marsilio “al trasferimento su ferro e con trazione elettrica parte del traffico privato su gomme”, con evidenti ricadute positive anche sull’ambiente.
Ma se il Partito Democratico “inventa pericoli, fomenta allarmi e strilla forte – continua il presidente della Regione – è solo per non far sentire le pacate argomentazioni dei progettisti di Italfer e RFI”. Professionisti tra i migliori al mondo, ricorda Marsilio che da tempo e “con la pazienza di Giobbe” spiegano sia i motivi delle scelte progettuali che lo stato delle fasi di progettazione. Come è accaduto per la tratta del Morrone, “progetto ancora in una fase embrionale”, per la quale saranno presentate alternative sia progettuali che di trattato tra le quali, dichiara Marsilio “verrà individuata quella che offre tutte le garanzie di rispetto dell’ambiente, a cominciare dalla tutela dell’acqua”.
La ferrovia, assicura il presidente della Regione Abruzzo, non “sottrarrà irresponsabilmente l’acqua a mezzo Abruzzo” come invece il Partito Democratico sostiene mettendo in atto una “pura e semplice strumentalizzazione”. Peraltro non degna di un’opposizione seria che “dovrebbe incalzare il Governo nel fare la ferrovia il più velocemente possibile, non inventare ostacoli per ritardare, ricominciare da capo, spostare fondi da un lotto all’altro, pur di coltivare piccoli orticelli elettorali, con l’unico risultato possibile quello di perdere i fondi a vantaggio dell’ennesima ferrovia da fare nel nord produttivo o nelle popolose e remunerative aree metropolitane”.
E sul tema delle stazioni “saltate” il presidente Marsilio conclude ribadendo che il nuovo tracciato potrà forse saltare qualche piccola stazione, ma questo non sarebbe un problema dal momento che queste stazioni tra cui quelle di Bussi, Popoli, Piano d’Orta/Bolognano, continueranno a esistere per offrire un servizio diverso a pendolari, studenti e lavoratori; un servizio che anzi risulterà migliorato perché potenziato e reso più frequente grazie al trasloco dei treni veloci sulla nuova linea. “O – conclude Marco Marsilio – qualcuno vuole far credere ai cittadini che una linea ‘veloce’ debba fare una fermata in tutte le stazioni (una volta si chiamava ‘accelerato’… ed era quello più lento, ovviamente)?”.
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