Lasciateci essere orgogliosi per una volta, permetteteci un’autocelebrazione, consentiteci una lustrata di medaglia. Perché il riconoscimento che ieri la giuria del prestigioso Premio Polidoro ha voluto dare al nostro collaboratore Valerio Di Fonso, giudicando il suo pezzo sul Freedom Trail come il miglior articolo in concorso quest’anno, non è solo un assegno e non è solo un premio.
Perché “Una stella sulla Majella”, pubblicato il 29 aprile su questa testata, sintetizza la voce ostinata a contraria di una redazione che non si è arresa alla velina, al copia e incolla, alle venti righe massimo “sennò poi la gente si stufa”.
E’ un articolo, quello sul Sentiero della Libertà di Valerio, lungo e complesso; ma che restituisce un racconto che la vecchia guardia del giornalismo, quella di cui Guido Polidoro fu maestro, avrebbe definito “tacco e suola”. Consumato, cioè, come le scarpe sull’asfalto, anzi sul sentiero della Maiella che Valerio ha percorso per tre giorni e per due notti insieme agli studenti.
Ricordo ancora quando ad aprile mi disse che si sarebbe assentato per seguire la strada della libertà, quella che ottanta anni fa ha scritto un pezzo di Storia sulle nostre montagne.
Valerio, in realtà, non si è assentato, ma ha trasformato il suo viaggio in un diario, un racconto giornalistico, ultimato sul telefonino a pochi minuti dalla pubblicazione, sul bus che lo riportava a casa. Con il direttore che lo incalzava di fare presto.
Eppure il suo è un racconto nel quale con grande capacità di scrittura, ricchezza di citazioni storiche e letterarie, ha saputo cogliere il senso della memoria e quindi del viaggio, del testimone che passa da generazione in generazione, della fatica, anche fisica, che unisce e dà forza per arrivare alla meta. Il senso del cammino su cui ieri i partigiani, oggi gli studenti, solcarono e solcano l’identità di un popolo e di una comunità.
Una comunità, quella del Centro Abruzzo, che ha ancora tanto da raccontare di sé stessa, che è continua fonte di ispirazione e lo dimostrano il secondo e il terzo premio assegnati dalla giuria in questa XXIII edizione del Premio Polidoro: Luciana Celeste che per TV2000 ha girato un servizio su “Scanno: il borgo amato dai fotografi” e Sergio Sciarra che per Raitre ha rotto i canoni narrativi della Tv di Stato, raccontando con pala e piccone la storia di Pascal D’Angelo ad Introdacqua (“C’era una volta Introdacqua… e in America”).
Valerio, però, è stato il più bravo secondo la giuria. Lasciatecelo dire.
Patrizio Iavarone
Premio meritatissimo!!!!
Ho riletto l’articolo di Di Fonso: é profondo,suggestivo,commovente,bellissimo.
Complimenti a lui e anche al direttore del Germe,che ha saputo scegliere collaboratori
bravissimi👏👏👏👏
Una luce in questo panorama cittadino di mediocrità e incapacità diffuse che fa ben sperare per il futuro….
Complimenti al giovane Di Fonso.
La Valle Peligna ha bisogno di celebrare chi, tra i suoi cittadini, si distingue per piccole o grandi cose. Io vivo in questo territorio da oltre 30 anni dopo aver vissuto il mio primo quarto di secolo al nord. Mi ha sempre sconvolto assistere, in questo territorio, ad una diffusa e strisciante te gelosia e invidia per chi è capace. Un po’ più di autocelebrazione, senza cadere nel fanatismo da ultras, aumenterebbe l’autostima Peligna e la comunità (forse anche l’economia?) ne gioverebbe. Di eccellenze ne vedo in questa valle, quindi celebriamole: bravo Valerio! Bravo a Il Germe che è stato il mezzo
Bravissimo Valerio.Una grande penna
Siamo orgogliosi di questo nostro concittadino.
Bravi complimenti a Valerio e a chi gli ha dato fiducia.
Non sempre condivido quel che scrivete ma ogni articolo offre spunti di riflessione e punti di vista differenti preziosi.
“Una stella sulla Majella” brillerà sempre fin quando una voce, una penna, un foglio di carta, un cuore sapranno come indicarci e raccontarci il firmamento della nostra Grande Storia. Complimenti, Valerio. Grazie, come sempre, a Patrizio Iavarone.
Bravo, anzi, congratulazioni, brVissimo. Da noi, che abbiamo avuto Polidoro come maestro. Figurati…
“È il codice che utilizza Radio Londra nel 1944 per comunicare l’esito positivo della traversata della montagna abruzzese da parte di una sessantina di persone, fra cui il sottotenente Ciampi. Li conduceva Pietrorazio, un popolano sulmonese improvvisatosi, come altri, guida del sentiero verso Casoli, sede del comando alleato”. Una stella sulla Majella di Giovanni Bachelet su Nuova Responsabilità (rivista dell’Azione Cattolica), luglio 2004. Le citazioni…