Ritardare l’apertura del nuovo padiglione fino a quando non saranno risolte, in maniera definitiva, le gravi problematiche che affliggono il carcere di Sulmona. Ad avanzare la richiesta la FP CGIL polizia penitenziaria Abruzzo e Molise che in una lettera indirizzata al direttore generale del personale del dipartimento amministrazione penitenziaria Massimo Parisi fa il punto della situazione relativa al carcere peligno.
Una struttura dove si attende l’imminente apertura di un padiglione destinato ad accogliere 200 detenuti senza però “prevedere contestualmente l’invio di un congruo numero di personale finalizzato al raggiungimento di livelli minimi di sicurezza”. Previsione più che necessaria per un carcere dove, ricordano dal sindacato, “si lavora in condizioni di continua emergenza caratterizzate da sovraffollamento e da una grave carenza di personale”. Criticità che le stesse organizzazioni sindacali denunciano da tempo, dai posti di servizio soppressi ogni giorno alle ore di lavoro straordinario in continuo aumento, dal congedo ordinario arretrato agli eventi critici quotidiani che mettono sotto pressione il personale, fino ad una gestione della sanità penitenziaria che vede un aumento elevato di visite in luoghi esterni, fino a 1500 solo nel 2024, con notevole dispendio di risorse e personale. Per questi motivi, continua la FP CGIL tre sono le questioni da affrontare prima di aprire il nuovo padiglione: la carenza endemica del personale penitenziario, l’attuale sovraffollamento e le “questioni strutturali che rendono la nuova struttura e la vecchia poco funzionali tra loro”. In caso contrario, il rischio è quello di aggravare una situazione già drammatica dove “gli operatori gestiscono con fatica un compito di estrema delicatezza”.
Queste dunque le ragioni a fondamento della richiesta avanzata al direttore generale Massimo Parisi dalla FP CGIL che alle altre organizzazioni sindacali chiede di aprire una discussione per “approntare un piano organizzativo” finalizzato al superamento delle criticità che rendono la situazione del carcere peligno sempre più difficile.
finalmente la cgil pensa ai lavoratori e non alla politica