“A volte penso che sia colpa mia”. “Poi, quando gli passa la rabbia mi chiede scusa e dice che non lo farà più”. Parole di donne che subiscono violenza e che pensano di esserne la causa, donne che cercano di spiegare ciò che non ammette giustificazioni, donne che hanno bisogno ai aiuto.
È questo il racconto di Quel Momento, cortometraggio con cui il comitato per le pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Sulmona si è aggiudicato il secondo premio del concorso NO aMORE OLTRE IL TUNNEL. Indetto dalla Fondazione dell’Avvocatura italiana insieme al quotidiano Il Dubbio e alla commissione pari opportunità del Consiglio nazionale forense in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il concorso ha visto la partecipazione dell’ordine degli avvocati di Sulmona con un’opera rivolta alle donne che non hanno il coraggio di dire “no” alla violenza. Ideato e realizzato da Maria Francesca Galasso e Pietro Becattini dell’associazione I Viaggiatori nel tempo, il corto racconta una storia di “ordinaria violenza” dalla quale troppo spesso si pensa di non poterne uscire.
Eppure, basta chiamare un numero, quello del Centro antiviolenza, come fa la protagonista del cortometraggio che alla fine trova il coraggio di prendere l’unica decisione possibile. E come hanno fatto le donne ospiti dei centri antiviolenza La Libellula di Sulmona e Donna di Castel di Sangro, due realtà che, nell’ultimo anno, hanno fatto registrare numeri in aumento, 16 donne in più presso il centro del capoluogo peligno e 23 nuove “prese in carico” per quello sangrino. A comunicarlo la cooperativa Horizon Service, da anni responsabile della gestione delle due strutture i cui dati permettono di tracciare un quadro preciso sulla violenza di genere in Centro Abruzzo. Aggiungendo anche i numeri che provengono dalla Casa della Donne, otto donne e 10 minori ospitati nel 2024 nella prima casa rifugio istituita in Abruzzo, il trend della crescita trova una triste conferma.
“La fascia d’età maggiormente rappresentativa delle donne prese in carico resta quella compresa fra i 30 e i 49 anni, seguono per numerosità le donne appartenenti alla fascia di età 50/56 anni di pari passo con le donne più giovani appartenenti alla fascia di età 18/29” spiega il presidente della cooperativa aggiungendo che “la violenza di genere è trasversale e colpisce donne di ogni estrazione sociale e livello culturale”. La maggior parte delle donne colpite dalla violenza ha il diploma di maturità e, alcune di esse, anche una laurea mentre “circa la metà non ha un lavoro stabile o sono disoccupate” come sottolineano Laura Di Nicola e Elena Bussi rispettivamente coordinatrice e responsabile dei servizi antiviolenza per le quali “l’assenza di una fonte di reddito rappresenta un grave ostacolo per affrontare un percorso di fuoriuscita dai maltrattamenti”.
Dati che descrivono una realtà dove la maggiorparte delle donne accolte nei centri antiviolenza è di nazionalità italiana e subisce violenze all’interno di relazioni sentimentali e familiari ad opera di partners o ex partners. Meno frequenti quelle commesse da padri e/o fratelli e rare le violenze messe in atto da amici o conoscenti della donna. Per quanto riguarda la tipologia di violenze, la più frequente è quella psicologica spesso accompagnata ad altri tipi di violenza, da quella fisica a quella sessuale ed economica.
Premiato al concorso lo scorso 19 novembre nella sede del CNF in via del Governo Vecchio a Roma, il cortometraggio Quel Momento verrà proiettato a Sulmona in occasione di un convegno organizzato dal Comitato per le pari opportunità sul tema della violenza economica. Sede del convegno Palazzo della Provincia in via Mazara n. 42 dove alle 16,30 si tornerà a parlare di violenza per ribadire, ancora una volta, la sola ed unica verità: “se subisci violenza non è colpa tua”.
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