Indagini geologiche nei terreni sbagliati: prosciolti gli indagati

Avevano scavato alle Marane nel terreno sbagliato per effettuare il carotaggio necessario per la microzonazione sismica di terzo livello. Un banale scambio di particelle che era costato al tecnico del Comune di Sulmona Riccardo Rucci e al responsabile della ditta Geo che aveva effettuato lo scavo, Alessandro Taddei, un’accusa di truffa dei fondi regionali. Ieri, entrambi, sono stati scagionati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, che ha sentenziato come “l’erronea individuazione del terreno inziale non ha comportato alcun aggravio economico a carico dell’ente e a favore di altri soggetti privati”. Anche perché, hanno dimostrato gli indagati, poi quei carotaggi, scoperto il disguido, erano stati comunque regolarmente eseguiti sul terreno giusto e quindi l’ipotesi di truffa è decaduta completamente, avendo la ditta adempiuto agli accordi contrattuali con la Regione.

I fatti risalgono al febbraio del 2021, quando il proprietario del terreno in questione si recò nella sua proprietà trovando gli operai a lavoro.

Ne erano scaturite tre inchieste: la prima ha visto cinque persone indagate per l’accesso abusivo (per tre è stata chiesta l’archiviazione mentre altri due si trovano sotto processo davanti al giudice di pace), la seconda riguarda il danneggiamento e la violenza privata, anche questo chiuso con archiviazione. L’ultimo filone della truffa si è chiuso ieri con il proscioglimento degli indagati.

1 Commento su "Indagini geologiche nei terreni sbagliati: prosciolti gli indagati"

  1. ok, va bene; ma i risultati delle indagini sismiche?

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