Il bambino di quattro anni rimasto a bocca asciutta in una scuola materna di Sulmona per un “debito” di otto euro della famiglia nei confronti della mensa scolastica ha fatto rumore. In città, in valle, in tutta Italia. Un pasto negato per un pugno di spicci, nonostante la smentita del Comune di Sulmona che ha evidenziato la regolare somministrazione dei pasti nelle giornate di giovedì 7 e venerdì 8 novembre. Tesi confermata anche dagli operatori scolastici. L’Ente e la scuola hanno provato a mettere la toppa, ma il buco (e non solo quello allo stomaco del bambino) è troppo grande.
Il Comune si difende. Spiega che il sistema di gestione dei pasti, la piattaforma Ristocloud, genera un sms di avviso nel caso il credito sia in fase di esaurimento. Una comunicazione mai giunta nei device dei genitori del bambino. Al momento neanche lo stesso Ente è in grado di dimostrare l’effettivo inoltro del messaggio. Per fare chiarezza, la piattaforma online permette ai genitori possono controllare in tempo reale eventuali morosità. Il sistema, anche al fine di evitare spreco di cibo, informa il gestore sul numero dei pasti da erogare, considerando le assenze e ovviamente il numero dei bambini che hanno diritto al servizio.
“Questa Amministrazione – si legge in una nota stampa diffusa dal Comune di Sulmona nella tarda mattinata di oggi – ha ricordato, con due diversi comunicati, la necessità di un controllo rigoroso del proprio credito, con avvisi emanati il 17 e 23 ottobre scorsi, nei quali si richiama la responsabilità dei genitori nei confronti dei servizi che garantiscono il benessere dei bambini”.
Disguido informatico o meno, la macchia di un bambino privato dal pasto resta. E sarà più difficile da rimuovere di una chiazza di sugo.
Il caso, oltre alle cronache nazionali, non è passato inosservato alla politica sulmonese. Ad esprimere solidarietà alla famiglia del piccolo è la consigliera comunale di minoranza, Teresa Nannarone, che parla di “gesto vile” e chiede a gran voce le scuse da parte del sindaco.
“Forse quei genitori – commenta -, come tanti altri alle prese con le corse quotidiane, si sono dimenticati di ricaricare il credito sul portale del Comune, e può capitare, ma se altri non avessero momentaneamente soldi per situazioni imprevedibili, e quindi non potessero ricaricare il credito anche se per qualche euro, sarebbe normale lasciare un bambino senza cibo? È questa la realtà con cui le famiglie devono essere costrette a convivere? Una dimenticanza, oppure una difficoltà, e ci si trova una porta sbattuta in faccia non solo da chi gestisce il servizio mensa, che probabilmente ha adottato questa “politica”, ma addirittura del Comune che, a quanto leggo, non solo non è stato in grado di dimostrare la messa in mora della famiglia per otto euro, ma richiama “la responsabilità dei genitori nei confronti dei servizi che garantiscono il benessere dei bambini”.
Vergognamoci!!
S Q U A L L O R E
Tristezza infinita!
… e ci voleva Teresa, come spesso accade, a mettere in evidenza con poche parole le inadempienze e l’incapacità di programmazione e di “ Comando “ di questa Amministrazione…
Mi associo con forza, anonimamente perche’ consentito, al consueto ed indefettibile sdegno di Teresona.
Empio è colui che serve solo un primo al bimbo figlio di genitori morosi
Grazie
Il Comune non si deve giustificare di niente.Spetta ai genitori la buona tutela dei figli.State cavalcando l’ennesima bufala!Come sempre sciocchi creduloni!